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«SCONCERTO PER IL MODO IN CUI LA GIUNTA BARDI TRATTA LE SOCIETÀ SPORTIVE LUCANE»

Attacco frontale e rabbioso del presidente Caiata al governatore lucano: un “livore” connesso alla recenti “novità” emerse dall’inchiesta della Procura d iSiena?

Questione Sport in Basilicata: negli ultimi giorni, v’è stato un sostenuto battibecco tra i presidenti Salvatore Caiata, Rocco Auletta, Nicola Carlomagno, Roberto Urgesi, Rocco Luigi Sassone e le Istituzioni lucane. Al centro, il futuro dello Sport Lucano e, come ha indicato Caiata, unitamente agli altri presidenti, lo «sconcerto circa le modalità con cui la giunta che Lei rappresenta intende supportare le società sportive lucane».

Entrando nel merito del comunicato, «la prima cosa che balza all’occhio – hanno dichiarato i presidenti sono i verbi utilizzati, tutti coniugati al passato, contrariamente alle nostre richieste che invece riguardano il futuro degli atleti e delle nostre società sportive. Tale evidenza fa il paio con le esigue poste di bilancio previste per le attività sportive regionali nella prossima stagione 2021-22 che invece di imprimere una decisa accelerazione ad un settore strategico per l’aggregazione sociale e la promozione territoriale, annichiliscono le energie di chi sarebbe pronto ancora una volta a farsi carico di garantire la continuità sportiva sui nostri territori».

«Caro presidente Bardi – hanno spiegato i presidenti come Lei sa bene, il ruolo del presidente ha l’onere di valutare preventivamente se le iniziative da intraprendere risultano compatibili con le risorse disponibili. Oggi noi tutti prendiamo atto che la pianificazione delle attività sportive nelle discipline in cui ognuno di noi da anni con sacrifici personali si cimenta, non potranno beneficiare di contributi della Regione Basilicata in misura necessaria a soddisfarne le esigenze minime. Qualcuno ha scritto che “Non può esserci gloria per chi scappa dalle responsabilità” e noi crediamo che sia proprio così!».

Ma, a latere dell’oggetto di discussione, ovvero lo status complessivo del settore sportivo lucano, non può indurre ad alcuni interrogativi la “tensione” che traspare dalle parole. Una tensione, per quanto concerne Caiata, forse amplificata dai recenti fatti di cronaca inerenti l’inchiesta in “moto” a Siena e che vedrebbe anche il Potenza Calcio tra i “protagonisti”? E fa specie che, ovviamente, Caiata, recentemente dimessossi proprio per la questione Siena dal ruolo di commissario regionale di Fratelli d’Italia, abbia “improvvisamente” modificato la sua “routine” nei confronti della maggioranza regionale. Ed è, ovviamente, un dato di fatto: in pochi giorni, il presidente del Potenza Calcio è passato dal tessere le lodi di Bardi & Co. Nelle vesti di politico per poi, una volta dismesse, andare all’arrembaggio dello stesso “entourage” regionale.

Parole dure, durissime di Caiata e degli altri presidenti che, de facto, li rendono a tutti gli effetti una “nuova” opposizione in regione. Un’opposizione “livorosa” e che non le manda a dire. Ma un livore, quello di Caiata, probabilmente connesso anche alla recente “grana” giudiziaria che vede proprio il patron rossoblù, con lo stesso Potenza Calcio, al centro di indagini condotte dalla Procura di Siena. Perchè, pare, il tornado di “soldi e petrolio” che legherebbe secondo la Procura di Siena il patron rossoblù all’imprenditore kazako Bidilo, sia arrivato sino in Basilicata.

Secondo quanto emerge infatti dall’indagine “Hidden Partner”, Caiata, residente a Siena, quando era “solo” un imprenditore proprietario di una pizzeria, ha venduto proprio quest’ultima ad una azienda, la Sielna, società riconducibile a Bidilo e che lo stesso, secondo la Procura di Siena, avrebbe finanziato con milioni e milioni di euro provenienti dal commercio “in nero” del petrolio. Ebbene, sempre secondo la Procura senese, l’intero “affaire” sarebbe stato costruito in modo da frodare il Fisco per circa 400mila euro: soldi che, secondo gli inquirenti, sarebbero in parte finiti anche nel Potenza Calcio. In aggiunta, Caiata, socio in una serie di immobiliari con Staffieri (altro elemento chiave della vicenda giudiziaria legato a Bidilo) sarebbe stato coinvolto, secondo la Procura di Siena, in operazioni illecite ad esse correlate, che avrebbero fruttato ai due circa 500mila euro a testa. Soldi, secondo gli inquirenti, in parte finiti anche nel Potenza Calcio.

Per tutte queste ragioni, la Procura senese ha iscritto tra gli indagati proprio il Patron Caiata chiedendo al contempo anche il sequestro e la sospensione delle attività del Potenza, oltre che la confisca alla società di calcio dei 200mila euro ottenuti da Caiata. Però il Gip ha ritenuto l’accusa «carente sotto il profilo della descrizione del fatto», rigettando l’iniziale richiesta di arresto di Caiata. In modo particolare, secondo il Giudice, il pm non avrebbe spiegato perché le operazione nel mirino avrebbero, secondo le ipotesi, creato “guadagni” illeciti.

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