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SIENA E IL “RE DEL PETROLIO” BIDILO: TRA GLI INDAGATI SPUNTA PURE CAIATA

Galassie societarie e fiumi di milioni: nomi eccelenti nell’inchiesta della Procura toscana

La storia è ciclica e nel ripetersi, diverse sono le modalità, Siena, galassie societarie, il link del kazako “re del petrolio”, Igor Bidilo, e il deputato di Fratelli d’Italia, nonchè segretario regionale del partito e anche patron del Potenza Calcio, Salvatore Caiata: per il lucano guai giudiziari all’orizzonte. Dalla Città del Palio, l’operazione “Hidden Partner” condotta dalla Guardia di Finanza di Siena e coordinata dalla locale Procura della Repubblica nella figura del Pm Sirio De Flammineis. Ai 12 indagati vengono contestati, a vario titolo, i reati di autoriciclaggio, reati tributari, societari e di corruzione e contro il patrimonio. Sotto la lente degli investigatori sono finiti investimenti dall’estero nel settore della ristorazione, dei bar e nel settore immobiliare a Siena, Firenze, Roma e Milano. Tra gli indagati anche Salvatore Caiata, deputato di Fratelli d’Italia, nonché segretario regionale del partito della Meloni e presidente del Potenza Calcio.

La sua posizione, atteso che in quanto parlamentare gode dell’immunità, è quella che ha generato più confusione nella stampa. Anche quella importante. Voci incontrollate si sono susseguite nel pomeriggio di ieri fino al punto che l’edizione fiorentina del Corriere della Sera aveva lanciato on line la notizia, poi smentita dal diretto interessato, che pendesse una richiesta di arresto domiciliare. Dal Corriere hanno poi rettificato lasciando, come anche ha battuto l’Ansa, la posizione di Caiata solo tra gli indagati a piede libero. Anche se questo ha fatto ingenerare il dubbio, al momento privo di riscontro, che una richiesta ci fosse stata in fase di indagine e magari poi respinta dal Gip. Ma siamo nel campo delle ipotesi. Molte delle cose che riguardano Caiata, infatti, pare siano coperte da segreto istruttorio perché qualsivoglia attività su un parlamentare deve essere preventivamente autorizzata dalla giunta per le immunità.

Quindi la parte che riguarda il patron rossoblù parrebbe essere secretata. Tra gli indagati dell’inchiesta toscana, oltre Caiata, tanti nomi eccellenti. C’è, per esempio, quello di Vincenzo Del Regno, già segretario a Genova, Siena, Prato, Firenze, poi dal 2017 alla metà del 2019 membro della Deputazione generale della Fondazione Mps, quindi giudice della sezione regionale della Corte dei Conti della Toscana. Per Del Regno, il Gip ha disposto il divieto di dimora a Siena. Raggiunto da misura cautelare con sospensione di 6 mesi dai pubblici uffici, il presidente della Camera di commercio di Arezzo e Siena, Massimo Guasconi, da poco nominato alla presidenza di Unioncamere Toscana.

Tra i coinvolti, anche l’imprenditore senese Andrea Bellandi, vicepresidente della squadra di calcio Acn Siena. Sospensione di due mesi dai pubblici uffici per un agente di polizia municipale a Siena per il suo coinvolgimento in un presunto episodio di corruzione. Complessivamente, sono state disposte quattro misure coercitive e una interdittiva.

La Guardia di Finanza di Siena, inoltre, ha sequestrato 14 milioni di euro tra beni e contanti. La pista dei soldi ha condotto gli inquirenti lontano dai confini italiani, numerose le attività di rogatoria all’estero, anche attraverso specifiche interlocuzioni con Eurojust, in diversi stati a vario titolo coinvolti dai flussi documentali e finanziari, tra questi Svizzera, Cipro, Estonia, Lettonia, Francia, Isole Vergini Britanniche, Federazione russa e Austria, e ad un nome: Igor Bidilo.

BIDILO E CAIATA: LA COMPRAVENDITA DA 3MILIONI E 800MILA EURO E L’INCHIESTA DELL’ESPULSIONE DAL MOVIMENTO 5 STELLE

Dall’attuale inchiesta della Procura di Siena, si comprenderà nel prosieguo meglio il perchè, è possibile fare un salto temporale all’indietro. Prima tappa: 16 luglio del 2018. «Il tribunale di Siena informava Caiata ha accolto oggi la richiesta di archiviazione del procedimento pendente nei miei confronti». Caiata era già all’epoca deputato, nonchè vicepresidente del gruppo Misto-Maie alla Camera. Proprio l’inchiestra, tra le altre cose sul reato di intestazione fittizia di beni, era a lui costata l’espulsione dal Movimento 5stelle nel mentre della campagna elettorale, era candidato nel collegio uninominale di Potenza, delle politiche 2018. Poi il Maie e infine Fratelli d’Italia. L’attuale inchiesta “Hidden Partner”, però, è stata avviata proprio nel 2018 e poi condotta attraverso rogatorie internazionali, intercettazioni telefoniche, informatiche e ambientali.

Nell’inchiesta archiviata, oltre Caiata, nuovamente compariva in relazione all’accusa di riciclaggio, il nominativo di Igor Bidilo. Sotto la lente degli inquirenti la società Sielna Spa di proprietà dell’imprenditore kazako nel settore petrolifero Igor Bidilo, il cui nome deriverebbe dal dalle iniziali delle mogli di Bidilo e degli altri 2 che comparivano come soci di minoranza, Cataldo Staffieri e Maximilian Constantin. Nelle difese dei legali nell’inchiesta archiviata, veniva sostenuto che Igor Bidilo non era il finanziatore delle attività di Salvatore Caiata. Come poi argomentato dall’avvocato Enrico De Martino, i due si sarebbero conosciuti quando un’agenzia immobiliare umbra li mise in contatto per la vendita della tenuta la Fungaia a Monteriggioni. Caiata, pertanto, contattò il suo avvocato, invitandolo a preparare gli atti per vendere a 3milioni e 850mila euro, l’offerta di Bidilo. Bidilo, Caiata e anche Bellandi. Il trio era, al di là di fatti penalmente rilevanti, già chiacchierato nel 2018 tra le strade di Siena per varie vicende. Nel 2016 a piazza del Campo tra i temi da bar l’acquisto di un locale storico della città: la “Birreria”.

Acquistata e ceduta dopo alcuni mesi da Andrea Bellandi. L’acquirente, ufficialmente mediatore,sarebbe stato proprio Caiata, ma il locale passò alla gestione di una Srl del “Gruppo La Cascina”. La cooperativa ha anche gestito il “bar Nannini” di proprietà della Sielna controllata da Bidilo. Col già citato Staffieri, inoltre, Caiata avrebbe concluso diversi affari legati al passaggio di proprietà di bar e ristoranti, tra cui il famosissimo “Il Campo”, poi ceduto alla “Cascina”.

“HIDDEN PARTNER”

La società Sielna SpA, sembra l’obiettivo principale degli inquirenti toscani. Perl’accusa, tramite fondi custoditi in diversi paradisi fiscali, sarebbe stata perpetrata un’evasione fiscale di oltre 50 milioni di euro nel 2014 e 2015. Scandagliati anche gli acquisti di numerose attività nelsettore della ristorazione a Siena, Roma, Milano e Firenze. Qui il Caffè Scudieri e poi la gestione della caffetteria di Palazzo Pitti e, nel 2019, lo storico caffè letterario Giubbe Rosse di piazza della Repubblica. Proprio in quest’ultima operazione figurerebbe Del Regno che per il pm Siro De Flammineis avrebbe agevolato l’acquisto tramite isuoi contatti interni al Comune di Firenze per poi compiere con la stessa Sielna operazioni commerciali private.

Secondo l’accusa, inoltre, Guasconi avrebbe cercato investitori per sostenere l’attività imprenditoriale di Sielna SpA in cambio dell’acquisto da parte della stessa di una sua proprietà in Val d’Orcia con un contratto preliminare di vendita del valore di circa 400mila euro. Ad IgorBidilo, non raggiunto, come Caiata, da misura cautelare,sono statisequestrati benimobili e immobili tra cui diversi appartamenti a Siena, un ex convento a Firenze ed un attico vicino a Piazza di Spagna a Roma. Per Bidilo, Del Regno, Guasconi e i due dirigenti di Sielna SpA, sospesi dell’esercizio di attività imprenditoriale, la Procura aveva chiesto gli arresti domiciliari.

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