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ITALIA: DAVVERO BUONA FORTUNA

L’intervento

DI ALDO MICHELE RADICE*


Ormai la politica non ha più punti di riferimento e modalità tali da essere facilmente comprese dalla gente. I partiti, come li si intendeva prima, non esistono più, non sono più un insieme di sensibilità il cui collante era costituito da valori ed idee comuni. Vi erano sicuramente al loro interno valutazioni e posizioni diversificate, ma la celebrazione di congressi su mozioni politiche ben definite ne sanciva la rotta, le possibili alleanze e le scelte sociali/economiche su cui spendersi per far progredire l’Italia.

Quei partiti non morivano con le vicende personali di qualche leader perché tali rimanevano, anche se qualche contraccolpo pur potevano provocarlo al loro interno. La loro morte si è invece verificata quando i valori fondanti sono stati sostituiti da interessi diffusi segnati da una corruzione dilagante. E come spesso succede si è buttata l’acqua sporca con il bambino. Si è messo in discussione e combattuto non solo i reati perpetrati, come giusto che fosse, ma l’istituto stesso dei partiti, che andava sicuramente regolamentato ma mai distrutto. In mancanza si è dato corso alle aggregazioni personali spacciandole come partiti, che sono sopravvissute o sono state spazzate via con le vicende giudiziarie personali dei propri fondatori, fatta l’unica e rara eccezione di Forza Italia di Berlusconi che ancora resiste.

È quanto è successo a D’antoni, a Mastella, a Di Pietro, a Monti e a tanti altri. Inoltre i valori comuni sono stati sostituiti dagli interessi o dalle vicende politiche strettamente personali. Prova ne è il continuo e repentino cambio di casacca dei parlamentari o dei consiglieri regionali, spacciato poi come un intelligente e necessario cambio di opinione. Ora è la volta dei Grillini, che, sorti su Vaffa, devo scontrarsi oggigiorno con le loro stesse regole castranti, ma più ancora con l’amara realtà della propria sopravvivenza. Si è visto con quanta disinvoltura si è passato da “o Conte o morte” a “morte a Conte”.

In un attimo, a partire proprio da Grillo, lo si è buttato a mare pur di salvare un insignificante Ministro degli Esteri. Oggi a cose fatte, forse per tacitarsi la coscienza, lo si chiama a recitare un ruolo che proprio non gli si addice, quello di gestire il caos che vi è al suo interno. Infatti molti tra i parlamentari e senatori dei 5Stelle stanno abbandonando la nave, balbettando che si sono traditi i principi ispiratori del movimento, ma più verosimilmente, rispetto agli attuali sondaggi e alla riduzione dei parlamentari, è che gli attuali 2 quinti andrebbe a casa. Allora necessità si fa virtù o approdare in altre formazioni politiche o meglio ancora resuscitare in un estremo tentativo di sopravvivenza Italia dei Valori.

C’è da rabbrividire perché siamo un Paese davvero singolare dove si affida il destino della nazione su una semplice e sgradita imprecazione e dove un ex Premier viene sostituito nelle trasmissioni televisive dal suo stesso ex portavoce. In questa eterna confusione politica italiana l’unica certezza rimane il Presidente Draghi, pur dovendosi barcamenare con questa classe politica

 

*GIÀ CONSIGLIERE REGIONALE E PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE

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