Attualità

L’IRA DEI MURESI ALL’ENNESIMO DANNO AMBIENTALE

Ancora una volta è una cittadina coscienziosa a portare alla luce un cumulo di rifiuti abbandonati


Ancora una volta torniamo a parlare di abbandono di rifiuti. Sono diversi i paesi lucani di cui abbiamo raccontato lo scempio perpetrato da cittadini privi di una “coscienza ecologica”. Oggi siamo tornati a Muro Lucano, dove, purtroppo, tocca constatare l’ennesimo brutale scenario. A segnalare pubblicamente la questione, è Gerardina, una donna di Muro, che come altre ed altri concittadini, fortunatamente hanno a cuore l’ambiente e la salvaguardia del territorio e della salute.

«È uno scenario davvero deludente per una comunità che ancora non ha capito quanto rispetto deve all’ambiente» scrive. Ed in effetti le immagini sono davvero incommentabili: non solo l’immancabile plastica, onnipresente tra bottiglie, flaconi di detersivi, secchi di pittura (vuoti), sacchi neri contenenti qualsiasi cosa, ma anche televisioni a tubo catodico, alcune fiale di farmaci, copertoni di automobili, ferrame, rottami, sedili con parti di cinture di sicurezza, ciò che resta -sembra- di rotoli di PVC, e stoffe, giubbotti, scarpe, vetro, e qualcosa che sembra siano giocattoli.

Insomma, un bazar in cui non manca davvero nulla. Peccato si tratti invece di un luogo verdeggiante, una strada che, superata la Diga, porta in località Pannicaro.

 

Gerardina, esprime tutta la sua indignazione e rabbia, a cui si associano tanti altri conterranei coscienziosi, per fortuna, la faccia buona di una medaglia davvero indecorosa. Non ci si stanca mai di ripetere che il servizio di raccolta differenziata offre il ritiro comodamente presso le proprie abitazioni. Ma nulla, pare che si abbia più piacere a caricare il cofano della macchina e commettere “l’illecito.

 

 

 

 

C’è da sottolineare anche che oltre al danno immediato all’ambiente, nel medio-lungo termine si configura anche l’inquinamento delle falde acquifere, considerato che l’acqua porta con sé costantemente micro-particelle che infiltrandosi nel terreno e nei corsi d’acqua diventano nocive per l’uomo, per gli animali e per le coltivazioni. Insomma, un danno ingente.

 

 

 

Le segnalazioni si moltiplicano, e la rabbia aumenta.

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