ANTIMAFIA, BASILICATA: «SCAMBI CLAN-POLITICA»
Dia, «la criminalità lucana si rigenera»: scalate in atto nel Metapontino
Trasmessa al Parlamento italiano, la relazione della Direzione investigativa antimafia sul primo semestre del 2020: il Covid-19 non ha affatto fermato la criminalità.. Anzi, «la grave crisi sanitaria deve essere considerata una grande opportunità per le organizzazioni criminali». Da tenere sott’occhio la mafia verde che punta a fare i soldi con la transizione ecologica. La Dia conferma il radicamento in Basilicata di organizzazioni criminali anche di tipo mafioso connotate «sia da una tradizionale impostazione gerarchica, sia dall’inclinazione, tipica delle mafie imprenditorialmente più evolute, all’infiltrazione nell’economia legale ed al riciclaggio in grado di interagire con quella parte compiacente dell’imprenditoria e della politica locale». L’analisi delle dinamiche criminali relative all’intera Basilicata, in linea generale, conferma scenari che, seppure sostanzialmente stabili, risultano particolarmente complessi e caratterizzati dalla peculiare capacità di rigenerazione che contraddistingue la criminalità lucana pronta a una costante revisione degli assetti anche attraverso l’impiego di giovani leve. Nel territorio, infatti, «con gli esponenti di storici gruppi criminali di tipo clanico e a connotazione familistica convivono nuove aggregazioni le quali hanno avuto la possibilità di crescere e ritagliarsi autonomi spazi di operatività, forti sia dei consolidati legami con i sodalizi più antichi e strutturati sia dei rapporti con referenti criminali di altra estrazione regionale». Per la provincia di Potenza, confermata, con riferimento prevalente all’area del Vulture-Melfese, come pure «le estorsioni restino tra le condotte predilette dai clan del potentino quale forma di controllo del territorio concretizzatasi anche tra gennaio e giugno del 2020 attraverso danneggiamenti, incendi e atti minatori, verosimilmente riconducibili alle strategie messe in atto dai locali gruppi criminali nel perseguimento di una tipica pressione estorsiva in particolare ai danni di imprese economiche, commerciali e imprenditoriali».
Tuttavia è il Materano al momento l’area potenzialmente più esposta a nuovi fermenti. Nella fascia metapontina, infatti, «a seguito dello scompaginamento di alcuni clan, risulterebbero in atto tentativi di scalata da parte di alcune figure che per i legami con gli storici sodalizi locali o comunque forti di un personale carisma criminale hanno intrapreso azioni mirate a conquistare il controllo delle attività illecite nel territorio».
Ulteriori approfondimenti nell’edizione di domani di Cronache Lucane