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BARDI E LA MANOMORTA SUI FRATELLI D’ITALIA

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Già la provenienza naif della truppa dei transfughi e la loro fisiognomica di vicinato avevano sollevato più di qualche dubbio su chi fosse il misterioso traghettatore di anime assembrate sull’uscio di FdI per cercar miglior sorte di quella avuta. Ora il faccia a faccia tra la sanguigna leader della destra, Giorgia Meloni ed il settantenne governatore della Basilicata, Vito Bardi, fa diventare quel sospetto una certezza e soprattutto rischia d’animare ancor di più la girandola delle casacche, a cui s’iscrive con conveniente disinvoltura, perfino Carlo Trerotola, farmacista in cerca d’autore ed errore fatale del centrosinistra. Eppure l’insolita trepidazione di Bardi per l’appuntamento con la Meloni svela che la linea di beneficio non riguarda tanto i destini incrociati della riserva indiana di Quarto, Baldassarre e Coviello, quanto piuttosto la sua autoconservazione da capolista al senato e con i voti blindati di FdI, compresi quelli degli esuli portati in dote e che ora farà valere in manomorta e come possesso della sua consistenza istituzionale sulla bulimia affettata dei fratellini d’Italia. Ha scritto Ezra Pound:“Siate contro ogni forma di manomorta”.

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