VACCINI COVID, A LAGONEGRO È CAOS: 2 MEDICI SI RIFIUTANO DI PROCEDERE
I dottori Paggi e Sangineti non ritirano il plico con la documentazione inviata dal Comune per avviare la campagna per gli over 80
La Basilicata è pronta a far partire la campagna vaccinale anti Covid per gli ultra ottantenni. La risposta degli anziani alla vaccinazione è stata massiccia. Basta vedere l’esito positivo con oltre il 95% delle partecipazioni nei piccoli centri lucani per farsi una idea di come sta andando la Fase 2. La Regione Basilicata conscia di una campagna anti covid che ora va a interessare le fasce più deboli, con diverse patologie ma anche con la possibilità di dover essere raggiunte nelle proprie abitazioni per essere vaccinate, ha chiesto il sostegno dei medici di base.
Non tutti però i sanitari si sono detti pronti a scendere in campo e sostenere la Fase 2. Un caso arriva da Lagonegro dove due medici di base si sono rifiutati di accettare il plico inviato dall’amministrazione comunale per sostenere i propri pazienti ultra ottantenni a fare un anamnesi ed accedere alla somministrazione del vaccino anti Covid. Mentre gli altri medici di base hanno risposto “presente”, il dottor Paggi e il dottor Sangineti hanno risposto “passo” alla chiamata del Comune. Nelle due note che alleghiamo in foto, inviate dall’amministrazione comunale ad ogni singolo medico di base di Lagonegro Sangineti e Paggi hanno rispedito al mittente al nota e il suo contenuto.
Mentre il dottor Paggi con due semplici righe ha fatto sapere al sindaco Di Lascio di «aver ricevuto la nota e di rispedire il plico», il suo collega Sangineti oltre ad aver rispedito indietro il plico ha comunque sottolineato di «restare a disposizione dei singoli cittadini che avessero bisogno di compilare la richiesta e si recheranno da me per essere aiutati».
Questi due medici di Lagonegro rispetto agli altri colleghi presenti nella comunità di rifiutano di aderire all’accordo che prevede che i medici di base dal 4 al 6 marzo procedano a somministrare le dosi di Pfizer-BioNTech ai propri pazienti. Il vaccino come annunciato funzionerà a chiamata: saranno i medici di famiglia a contattare telefonicamente i loro assistiti che rientrano nella fascia d’età a cui tocca. Ogni medico avrà a disposizione circa 30 dosi. Come spiegato dai sindacati. Chi non dovesse rispondere al telefono, può richiamare il proprio medico e ottenere tutte le informazioni. Il vaccino, ricordiamo, non è obbligatorio e, se chiamati, ci si può anche rifiutare di farlo.
Ma in questo caso i pazienti di Sangineti e Paggi come faranno? L’appello lanciato nei giorni scorsi dal capogruppo regionale di FI, Francesco Piro,in tempi non sospetti a far si che i medici di base «dalla disponibilità teorica passano a quella pratica. Non ci sono più motivazioni comprensibili e quindi giustificabili perché i medici di medicina generale si sottraggano dal loro contributo al piano vaccinale messo a punto dalla Regione» era più che giustificabile. Nonostante la Fimmg abbia voluto rassicurare Piro «sulla totale disponibilità della categoria a vaccinare non solo gli over 80 anni ma tutta la popolazione lucana nel più breve tempo possibile». Evidentemente però la situazione non è poi così sotto controllo come il sindaco dei medici voglia far credere.