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LA TAVOLATA DI FRATELLI D’ITALIA

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Solo con un governatore anziano ed in pieno deficit d’iniziativa politica come Vito Bardi poteva accadere un simile guazzabuglio di consiglieri regionali che saltellano a pieno ritmo e come meglio gli piace sul corpo stanco del centrodestra, maggioranza ormai di palazzo e di potere e già bocciata dai lucani sul sindaco di Matera e sul referendum costituzionale. Eppure, con felicità profetica, avevamo anticipato che la mossa per fame politica dei transfughi Piergiorgio Quarto e Vincenzo Baldassarre verso FdI avrebbe inaugurato l’ordalia della convenienza personale, luogo politico in cui gli ideali prendono forma di poltrona e contro cui sarebbe salutare un po’ di etica della coerenza, la stessa di cui mena vanto ipocrita la sorella più famosa d’Italia, Giorgia Meloni. Ora per traverse vie e con motivazioni ancora da antropologia alimentare, s’infila alla tavolata dei fratellini lucani il peggiore tra i leghisti, tale Tommaso Coviello, noto per essere stato eletto coi voti dell’ingenuo e disastroso Paquale Pepe, senatore di Tolve e dintorni e per essere l’ideatore della furbata legislativa sulla compensazione di spesa irregolare sanzionata dalla Corte dei Conti. Pare risentire il refrain musicale dei mitici anni ’70:“Aggiungi un posto a tavola/che c’è un amico in più/se sposti un po’ la seggiola/stai comodo anche tu”.

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