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«IN UN PAESE DEMOCRATICO, IL CONTROLLATO NON PUÒ COINCIDERE CON IL CONTROLLORE»

Intervista alla consigliera di “Per Avigliano 2025” Claps, in merito all’istituzione della presidenza dell’assise comunale

Durissimo intervento del gruppo consiliare “Per Avigliano 2025”: al centro dell’invettiva, «una variazione allo Statuto comunale con un atto di tracotanza istituzionale e sfacciataggine politica» con cui, come sottolineato dal gruppo, l’amministrazione comunale di Avigliano ha istituito la presidenza del Consiglio comunale. «Gravando sulle spese comunali – ha puntualizzato il gruppo senza dibattito e interlocuzione alcuna, mortificando il lavoro delle commissioni e chiudendo le porte ad ogni tentativo di rinviare la discussione per aprire un tavolo ad hoc sulla questione dello Statuto, pensando ad una modifica integrale della carta». Sulla questione, abbiamo ascoltato le parole della consigliera comunale di “Per Avigliano 2025” Vitina Claps. Consigliera, ci spieghi cos’è successo. «Avigliano ha in vigore uno statuto approvato nel 1990, quindi attualmente superato, non più applicato né tanto meno applicabile. L’amministrazione ha pensato bene di deliberare a maggioranza, con 12 voti, l’approvazione dell’istituzione della figura del presidente e vice presidente. In quel frangente, il nostro gruppo ha votato in maniera contraria ma, naturalmente, la delibera è passata visto che richiedeva formalmente la maggioranza di due terzi dell’intero consiglio». 

Questa istituzione, a suo avviso, quali criticità comporta? «Ne comporta di tre tipi. La prima è sicuramente inerente la modifica stessa dello Statuto comunale, che va ad apporre un intervento chirurgico ad hoc che, in pratica, mira alla creazione solo di queste due figure e nulla ha a che vedere con la rivisitazione e la rielaborazione del testo dello Statuto, che è la Carta Costituzionale degli Enti locali». La seconda criticità, secondo lei, invece tocca le corde sostanziali della democrazia stessa 

«È esatto. Durante il consiglio comunale, argomentai la mia scelta di voto contraria alla istituzione sottolineando come la manovra fosse nulla più che una “spartonza”. Al che, il vicesindaco De Carlo, mi rispose che non lo era affatto. Ma se non si tratta di una spartizione, mi domando, perché non affidare l’incarico all’opposizione? Se non è una spartizione, perché non darlo alla minoranza? Se nasce come una figura di garanzia perché non affidarla all’opposizione in qualsivoglia modo? Perché, in un regime di democrazia, la garanzia deriva proprio dal fatto che il controllato non deve coincidere con il controllore». E poi, ci sarebbe anche una questione di carattere economico. «Appunto. Se proprio si ritiene necessario istituire questa figura, perché gravare sulle casse comunali con un compenso? In un momento di piena pandemia, nel quale addirittura il presidente del Consiglio sceglie coscientemente di ridursi del 20% il compenso, nel rispetto di tutto quello che ci sta succedendo intorno e parliamo di famiglie indigenti a non finire anche nel nostro territorio comunale, noi come rispondiamo? Erogando un altro stipendio. 

Loro mi hanno risposto che in politica “l’efficienza è data dal tempo, dal risultato e dai costi che poi si vanno a sostenere e che portano a dei risultati efficaci”. Attendo ancora i risultati efficaci e quindi prendo atto, unicamente, di un aumento dei costi a carico dei cittadini al fine di elargire “gratificazioni” politiche, peraltro già annunciate in campagna elettorale. Perché il Presidente del Consiglio, qualora esista, può anche essere assolutamente a titolo gratuito e quindi coincidere con una persona che si dimette dal ruolo di consigliere, fa il presidente e non prende nulla oppure, al contrario, solo un minimo gettone di presenza. Quindi, in conclusione, di cosa stiamo parlando? Di gravare sulle casse comunali senza motivo, quando si potrebbe investire in altri progetti, più concreti»

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