SMETTERE DI FUMARE È UNO STATO DI GRAZIA
lettere lucane
Iniziai a fumare nel mese di maggio del 1994. Di colpo, in quella radiosa primavera lucana, divenni adulto – o qualcosa di simile. La vita iniziò ad accelerare il suo corso e, come imbambolato, feci esperienze di mondo che mai prima avevo fatto. Da questa distanza posso dire che accesi la prima sigaretta – una Marlboro rossa – nel preciso momento in cui sentii di abbandonare l’adolescenza. Tutta la mia vita da quei momenti in poi è stata segnata dalla presenza delle sigarette, al punto che, smettendo tre mesi fa di fumare, ho dovuto lottare non poco per accettare il lutto del cambiamento dell’immagine che io avevo elaborato di me. Per un fumatore non è mai facile smettere; e non già per ragioni fisiche o chimiche – la dipendenza chimica si smaltisce in pochi giorni – ma per ragioni psicologiche, perché, smettendo, si è costretti a fare qualcosa che noi esseri umani facciamo con grande fatica: cambiare abitudini. Però tra i tanti benefici che si hanno smettendo di fumare ce n’è uno che nessuno mai – almeno così mi pare – ha messo in evidenza, e che per me è stato assai sorprendente. Quando accesi la prima sigaretta avevo diciassette anni; oggi, invece, ne ho quasi quarantacinque – dunque, ho fumato per più di ventisette anni. Smettendo è accaduto uno strano “miracolo”: ho iniziato a sentire forze, odori, sensazioni fisiche e mentali di quando ero ragazzo e ancora non fumavo. Voglio dire che, smettendo, è avvenuta una strana ricongiunzione fisica e psichica con il ragazzo che ero prima di contaminarmi con l’ansia di mondo che per quasi trent’anni mi ha tiranneggiato. Questo strano ricongiungimento mi ha davvero sorpreso, anche da un punto di vista fisico, perché il fumo sottrae inimmaginabili energie, sopratutto quelle più preziose del nostro Essere. Ovviamente rinascere è una dura battaglia; ma, quando ci si riesce, è uno stato di grazia indescrivibile.
