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SANTARSIERO: «È PRONTA LA STAGIONE DELLE RIFORME»

L’Au dell’Egrib si dice pronto ad accettare la nuova sfida all’indomani della riforma ApiBas che lo vede coinvolto

POTENZA. Preciso e meticoloso, semplice e rigoroso, colto e scaltro. È questo l’identikit che viene fuori conoscendo meglio Canio Santarsiero. Da quando il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi lo ha chiamato alla guida di uno degli enti più importante del panorama regionale che si occupa dei rifiuti e delle risorse idriche della Basilicata, l’Egrib, l’au Santarsiero si è sempre tenuto lontano dalla stampa. Da circa un anno ha accettato il compito di mantenere ben saldo il timone dell’Egrib e di condurlo per mano tra le “acque agitate” del gestore Acquedotto Lucano e del recupero “dei rifiuti”ancora oggi gestiti dai comuni.

Dopo un anno di silenzi ha accettato però di confrontarsi con Cronache Lucane sul futuro dell’ente che all’indomani dell’approvazione in Consiglio regionale della riforma sui Consorzi industriali lo vedrà al centro di un nuovo percorso amminustrativo. Dalla nomina non ama neppure i piccoli privilegi quotidiani che si riservano di solito ai manager ma si mostra come l’uomo del fare perchè crede in una Basilicata migliore che invece di vedere allontarsi i propri giovani li richiama a se per investire sul futuro. Cinquantanove anni, Canio Santarsiero non si mostra come il più classico stereotipo del manager ma preferisce essere alla mano e condurre un gioco di squadra, perchè come ci ha rivelato «Siamo tutti sulla stessa barca e solo remando insieme possiamo arrivare dove vogliamo». Dottor Santarsiero, ci faccia un bilancio amministrativo del primo anno da amministratore unico dell’Egrib.

«Ho avuto modo di riscontrarealla data del mio insediamento avvenuto il 3 dicembre 2019, una situazione del personale molto critica. In particolare, la carenza di almeno due dirigenti tecnici, la carenza di un dirigente amministrativo e, persino, l’assenza del revisore dei conti il quale si è insediato solo il 19 dicembre 2019. Anche una ancor più difficile situazione amministrativa, scaturita dalla mancata approvazione, negli anni scorsi, degli strumenti di programmazione. Oggi l’ente ha recuperato del tutto il gap amministrativo, (4 anni in uno) e di questo devo ringraziare tutti i miei collaboratori ed il revisore dei conti.

Oltre le problematiche amministrative abbiamo dovuto ottemperare al nuovo metodo tariffario e prime regole di trasparenza dei rifiuti imposti dall’Arera. Ad esempio il dirigente Donato Larocca fino alla serata inoltrata del 31 dicembre si è dedicato a redigere determine per l’approvazione dei pef dei 131 comuni e relativi gestori in scadenza sulla tariffa dei rifiuti, (purtroppo non abbiamo ancora un gestore unico) così come gli altri collaboratori che hanno provveduto agli ulteriori adempimenti amministrativi. L’attuale Egrib lo definirei una squadra che gioca in tutte le condizioni. Ho trovato uomini e donne al mio insediamento con contratti a termine da 16,5 anni, un assurdo. Il presidente Bardi mi aveva avvisato della difficile situazione. Lo sguardo dei ragazzi, dei miei ragazzi, in cerca di aiuto, mi ha dato l’energia per andare avanti. Come uomo, ma soprattutto come padre, evidenzio che non si possono reggere le persone appese ad un filo, senza certezza del futuro.

Questa giunta regionale ci ha dato indicazioni precise: non si guarda alle appartenenze, ma alle persone, al capitale umano di questa regione. Non posso che essere più d’accordo con questa linea. Ho moltiplicato la mia caparbietà per dare a loro un nuovo futuro ed il tutto in ottemperanza alle indicazioni del presidente Bardi e dell’assessore Rosa.

Oggi posso dire con orgoglio che il 30 dicembre il loro concorso di stabilizzazione è diventato realtà. Con il presidente e l’assessore vi è stata da sempre una grande sinergia. Devo dirlo, sono due persone che con il duro lavoro, stanno cambiando in positivo, con forza e metodologia, il sistema ambiente della regione Basilicata». Dottor Santarsiero, quali sono i progetti su cui ha puntato in questo primo anno. «Sono tantissimi i progetti di cui ci siamo occupati in quest’anno. Penso a quelli sull’acqua, dove abbiamo avviato il programma di sostenibilità ambientale e con il nostro programma siamo presenti negli istituti scolastici della regione con un progetto diretto alle nuove generazioni sul tema dell’ambiente.

Ci sono i progetti Cis (Contratto istituzionale di sviluppo), con cui si è proceduto alla redazione di un sistema informativo territoriale finalizzato alla telemisura degli Schemi intercomunali e distrettualizzazione della rete idrica ponendo come base di tutta la programmazione la riduzione delle perdite e la realizzazione del bilancio idrico.

Basti pensare che il sollevamento della risorsa idrica potabilizzata al gestore del SII in basilicata costa circa 19.000.000 di euro all’anno. Abbia sottoscritto l’Accordo con il Politecnico di Milano per recupero di energia dalle reti. Ovviamente ci siamo occupati anche di rifiuti. Come per l’acqua abbiamo avviato il programma di sostenibilità ambientale presente anche questo negli istituti scolastici della regione. Nell’immediato, attraverso i progetti Cis, si è proceduto alla redazione dei “Rifiuti Centri di trasferenza e compostaggio”.

Gli importi progettuali previsti sono rispettivamente di 11.900.000 euro poù 8.900.000 euro. Stiamo per redigere il Piano d’Ambito. Ci stiamo preparando con uno studio alla tariffazione puntuale. La candidatura a next generation per circa 129 milioni di euro. E stiamo anche attuando il progetto “Decost” finanziato con fondi europei che è realizzato con l’Università Politecnica delle Marche, l’Università degli Studi della Basilicata e quelle di paesi europei (Spagna e Grecia) ed extracomunitaria (Israele, Palestina e Giordania) che avranno come oggetto l’analisi di esperienze di compostaggio di comunità nei centri abitati di Atella e Potenza. Insomma, c’è tanto da fare».

C’è tanto da fare, ma mi viene da dirle che avrà ancora più lavoro dopo l’approvazione, nell’ultimo Consiglio regionale, della riforma sui consorzi industriale. Che vede appunto l’Egrib coinvolto. Cosa pensa di questa riforma? «Ogni lungo cammino inizia con un piccolo passo diceva Mao Tse Tung. L’assessore Cupparo ha iniziato la stagione delle riforme, che come ha detto con chiarezza il Presidente Bardi, non può avere più ostacoli insormontabili. La realtà è più dura delle illusioni. In due anni circa di governo regionale, un invisibile vibrione, la crisi economica del consorzio Asi della provincia di Potenza ed anche l’ultimo degli ingenui si rende conto,anche se non lo confessa, che per gestire un mondo economico così complesso, con i player presenti nella nostra regione, servono razionalità, ragionevolezza e responsabilità. Non pressapochismo e maquillage.

Con l’epilogo di questa surreale crisi del Consorzio perdono alla fine tutti, anche se chi più o chi meno. Perde la retorica dei vecchi partiti al potere, perde l’angosciante immobilismo, la sovvenzione a prescindere incapace di andare oltre gli schiamazzi da mercato centrale, dove – senza alcuna cognizione della tenuta dei nostri conti pubblici – si grida al rialzo della merce offerta, tanto poi chi paga si vedrà. Qualcuno dirà che ha perso la politica del passato. Io dico che ha perso quella con la “p” minuscola, e che il trauma riformista di queste ore rappresenterà finalmente un’opportunità per il ritorno di quella politica con la P maiuscola. È una buona riforma, un nuovo programma diretto a mostrare che siamo capaci di non disperdere i soldi pubblici. Imparare ad uscire dalla sovvenzione e ad autosostenerci con la tariffa. Non è questione di denaro. Da queste scelte dipende davvero il futuro delle nostre attività industriali sul territorio, il futuro della nostra regione, e soprattutto il futuro delle nuove generazioni. Le riforme del sistema aree industriali, agendo con gradualità e per piccoli passi, riusciranno ad introdurre miglioramenti significativi, sistemi avanzati di welfare, conquiste dei lavoratori in un contesto industriale di democrazia e di libertà di espressione. Prove continue che questo governo regionale ha dovuto affrontare e deve affrontare un maL’INTERVISTA L’Au dell’Egrib si dice pronto ad accettare la nuova sfida all’indomani della riforma ApiBas che lo vede coinvolto Santarsiero: «È pronta la stagione delle riforme» «Grande sinergia con il governo regionale.

Ogniprogettopunta a favorire le fascedeboli» «La stagionedelle riforme è cominciata e come hadettoBardi non può averepiù ostacoli» giovedì 18 febbraio 2021 Primo Piano 5 www.lecronache.info _ L’assessore all’Ambiente Rosa, il governatore Bardi e l’Au dell’Egrib Santarsiero re di problemi in un periodo particolare, il periodo questo della pandemia, Per affrontare il “mare” dei problemi è necessario una sinergia da parte di tutti gli attori in campo. E quando dico tutti intendo proprio tutti. Per sottolineare il concetto di tutti riprendo quanto ha detto Papa Francesco “Siamo tutti sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme. Su questa barca… ci siamo tutti”. Anche noi dobbiamo renderci conto che per milgliorare la Basilicata non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme. Sicuramente tutte le riforme hanno una aliquota di rischio, ma in questo caso è un rischio misurato poiché la Regione può intervenire con la stessa cifra degli anni scorsi a sostenere il gestore, ma sottolineo che è necessario misurarsi con il cambiamento per il bene della nostra regione».

Dottor Santarsiero, lei passa da una sfida all’altra nel suo compito di amministratore. Uno dei temi su cui ha puntato è il sistema idrico integrato. Cosa ci dice? «Per il sistema idrico integrato l’obiettivo dell’ente è far recuperare produttività al gestore così da lasciare le tariffe immutate, ma questo non dipendono solo da Egrib ma anche dall’autority nazionale.Dobbiamo tener conto che il Sistema Idrico Integrato si dirama per circa 14800 km sull’impervio territorio lucano, pari a 10073 kmq, con una popolazione di 555.898 unità per 131 comuni e circa 300.000 utenti allacciati. Il gestore Acquedotto Lucano è il nostro gestore e quindi si è iniziato subito sin dal mio insediamento a un rapporto di confronto e di sinergia. L’obiettivo è fornire un’acqua potabile che vogliamo sia “eccellente”. Garantire che l’acqua sia appellabile sempre come nel 1200. Le nostre reti provengono come tutti sappiamo dal precedente gestore acquedotto pugliese (impianti passati a noi nel 2002) e sono reti vetuste e soprattutto se guardiamo gli schemi idrici ci accorgiamo che sono state progettate anche per altri scopi. E si comprendono la difficoltà di gestione». La Basilicata è una regione ricca di natura. Le sue bellezze naturali sono consicute in tutto il mondo. Quale è il futuro dell’ambiente di questa regione? «Qualche giorno fa ad una presentazione di un revamping di impianto di depurazione ho letto una frase di Ernest Hemingway “Il mondo è un bel posto e per esso vale la pena di lottare”. In effetti il mondo è stupendo ed il nostro paese, l’Italia un posto unico.

Nessuno di noi decide dove nascere, quando nascere, il proprio sesso, le proprie attitudini, in quale famiglia etc. Se avessi potuto scegliere un tempo avrei scelto eventualmente di nascere 2.5 milioni a 120.000 anni fa nell’africa centrale quando è stato scoperto il fuoco. Una grande scoperta per l’uomo . Il fuoco ha costituito un momento di grande evoluzione come è oggi per noi il digitale. L’uomo ha utilizzato subito il fuoco per allontanare gli animali feroci e difendersi. Ha imparato anche a cucinare i cibi etc. Però l’uomo ha scopeto anche i pericoli provenienti dal fuoco. Ha dovuto perciò nel tempo imparare a proprie spese come domarlo. La fotografia che invece va fatta oggi, guardando a questo paese è che siamo in presenza di 55 siti Unesco su 1121 identificati in 167 paesi nel mondo ed in particolare in questa bellissima regione abbiamo la fortuna di avere 2 siti Unesco.

Oggi abbiamo una occasione per le generazioni future ed è quella di ripartire. Infatti sono convinto che questo è il tempo giusto per ripartire e possiamo farlo proprio attraverso l’ambiente. Abbiamo l’occasione di utilizzare il programma di sviluppo Next Generation che abbraccia il principio secondo il quale ogni azione volta a supportare la ripartenza dello sviluppo sostenibile, debba essere pensata in funzione delle future generazioni. Questa non è una novità, perché l’attenzione a chi vivrà nel nostro pianeta nei decenni a venire è la prospettiva insita nel concetto stesso di crescita sostenibile, una crescita che prima di ogni cosa deve tutelare il capitale naturale e il capitale umano presente e futuro In questo mondo interconnesso che collega tanti esseri a mo’ di anelli, la tenuta del sistema dipende sempre dall’anello più debole.

L’Europa prevede il “Patto verde” e per le amministrazioni locali progetti che riguardano riuso, la rigenerazione urbana, l’abitare, lo spazio pubblico urbano e soprattutto un piano mirato di opere pubbliche. Per i settori del servizio idrico integrato e per quello del ciclo dei rifiuti urbani emerge l’esigenza di sviluppare e di rafforzare un sistema infrastrutturale idoneo a promuovere sostenibilità e resilienza. Ma come per l’uomo di 2.5 milioni di anni fa abbiamo necessità di domare come uomini il processo di digitalizzazione.

È questo a cui dobbiamo ambire». Dottor Santarsiero, come ultima domanda, dopo quello che ci ha appena detto, puntiamo a qualcosa di grande. Quale è il compito per il futuro del nostro pianeta? «“Il modo migliore per predire il futuro è costruirlo”. E soprattutto quello di difenderlo. Insieme, ma proprio tutti insieme, possiamo farcela, insieme si può. Ognuno di noi può e deve fare la propria parte».

 

 

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