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LA PALPITAZIONE EUFORICA DI CUPPARO

Tacco&Spillo

Che Franco Cupparo ci abbia abituati ad una sequela d’intemperanze istituzionali e grammaticali era già noto, ma che aggravasse in compiaciuto autolesionismo le sue non altissime qualità di assessore regionale alle attività produttive, porta il segno dei tempi che avvolgono di ridicolo il centrodestra. Ora, dopo aver imbastito lo psicodramma delle dimissioni farlocche e palombato la frivolezza napoletana che l’anziano governatore Vito Bardi ha soffuso in tutto l’arco spirituale della maggioranza, l’assessore Cupparo, da vero ornitologo, s’è preso la briga di sbugiardare gli “uccelli del malaugurio” che numerosi svolazzano nei suoi sogni francavillesi, così lievi e dialettali. Eppure nonostante l’approvazione della legge di Api-Bas, la sua palpitazione euforica trova effetti di scolorite smentite per molte cose: dal risicato voto con cui è passata e che gli permette di conservare la seggiola in giunta, almeno per il momento, al nascondino istituzionale che s’è inventato Cicala e che ha fatto infuriare Piro, fino al no coerente intonato da Vizziello, quasi una lezione di moralità all’obbediente Quarto. Ritornano in mente i quattro polli di Renzo di cui parla Manzoni nei Promessi Sposi: legati per le zampe a testa in giù e destinati a bollire in pentola, ma che trovano il tempo per beccarsi tra loro.

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