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A TITO GLI STUDENTI SI AVVICINANO ALLE IMPRESE

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Uno dei grandi problemi del mondo del lavoro è il “mismatch”. Il significato di questa parola inglese è “divario”, “discrepanza”, e viene usata per sottolineare la “non corrispondenza” tra mondo scolastico e mondo lavorativo. Troppe imprese hanno difficoltà a reperire sul territorio manodopera specializzata e troppi diplomati e laureati hanno titoli di studio non spendibili sul mercato. Sono tante le iniziative che sin qui sono state messe in campo per ridurre il “mismatch”, ma sinora economia e formazione non hanno ancora trovato un andamento comune, benché sia assolutamente necessario salvaguardare l’autonomia dei percorsi formativi. Ha efficacemente proposto un ottimo metodo di avvicinamento tra questi due mondi l’assessora alle attività produttive del Comune di Tito Giusy Laurino, che è riuscita a mettere in relazione le scuole, i centri di ricerca e le università con le più importanti imprese che operano nell’area industriale di Tito – una delle aree produttive più avanzate e innovative dell’intera Regione. Studenti tecnici, liceali e professionali hanno avuto nell’ultimo e mezzo la possibilità di avvicinarsi a realtà industriali come Hitachi Rail, Omnia Work, Gruppo Elemaster, Stm, Materya, ecc., con il risultato che su 140 studenti sinora coinvolti ben 30 sono stati assunti a tempo indeterminato dalle principali aziende che operano a Tito. Studiare lettere, sociologia, giurisprudenza, scienze politiche, ecc., è indubbiamente opportuno per quanti hanno una “vocazione” profonda e determinata per questo tipo di discipline; ma diventa un po’ penalizzante per tutti quei ragazzi che non sanno bene cosa studiare e quale percorso professionale intraprendere. Solo avvicinando sempre di più il mondo del lavoro e il mondo scolastico – come si sta facendo a Tito – si potrà concretamente ridurre il “mismatch”, e dunque la disoccupazione e l’emigrazione.

diconsoli@lecronache.info

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