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PER LA LIQUIDAZIONE DELL’ASI DI POTENZA FI COME COMMISSARIO VUOLE TADDEI

Il Consiglio in streaming per il Covid, ma prima convocata riunione di maggioranza in presenza: Bardi incartato

La mancanza di certezza sui numeri del centrodestra per approvare in Consiglio regionale la riforma sui consorzi industriali che prevede la costituzione dell’Api Basilicata Spa farà slittare quasi sicuramente la discussione prevista per oggi.

La conferma dell’indiscrezione lanciata già ieri da Cronache Lucane trova conferma nella riunione di maggioranza convocata con urgenza questa mattina alle 9 e 30 per discutere proprio di questo. Le presenze alla riunione però saranno sicuramente “risicate”, considerato che il Consiglio regionale è stato convocato in modalità telematica mentre la riunione in presenza (diversi i consilgieri che non dovendo partecipare fisicamente ai lavori del Consiglio hanno gia notificato l’assenza anche nella riunione, d’altronde sarebbe un paradosso).

Al centro dell’incontro il caso delle modiche richieste, tanto dalle opposizioni quanto da alcuni membri della maggioranza, per permettere una discussione con una più ampia approvazione non sono mai state inserite nella riforma. La riunione di questa mattina servirà a prendere atto dell’assenza delle modifiche e a prevedere uno slittamento della discussione pur di evitare una “crisi” come quella scoppiata, proprio su questo punto, nell’ultima Assise. Per l’assessore Cupparo ci sarà così ancora da attendere, attesa che però si ripercuote anche su altri.

Ma se i numeri in maggioranza non tornano e la riforma tarderà ad arrivare le conseguenze di uno stop dei servizi sembrano inevitabili. Il Consorzio industriale di Potenza pare abbia un debito di circa 80 milioni di euro che ovviamente si ripercuote sui lavoratori. Sono infatti ancora una volta in forse gli stipendi non solo dei dipendenti del Consorzio stesso ma anche delle aziende che gravitano intorno all’ente per la gestione dei servizi (una su tutte la Giuzio Ambiente).

Tra le attese importanti dei lavoratori, delle aziende e dello stesso assessore regionale se ne aggiunge una tutta politica. A sperare che l’approvazione in Consiglio avvenga già nella giornata di oggi è un forzista della prima ora. Vincenzo Taddei sarebbe infatti colui designato, una volta passata la riforma, a traghettare il consorzio di Potenza verso la liquidazione. Facciamo un passo indietro. Il Commissario dell’Asi Potenza Francesco Pagano ha infatti concluso il suo mandato di proroga lo scorso 14 febbraio.

Proroga che non gli è stata riconfermata e che lascia l’ente senza nessuna guida. La Giunta regionale non avrebbe deciso di “rimpiazzare” Pagano, conferendogli una nuova proroga o nominando un nuovo commissario, perchè certi che la riforma dei consorzi sia approvata quanto prima. E una volta avuto l’ok dal Consiglio regionale verrà nominato quasi contestualmente il commissario liquidatore dell’Asi di Potenza per poi così costruire la nuova società. Forza Italia avrebbe blindato quella postazione dopo la crisi delle scorsa settimana aperta proprio con le dimissioni dell’assessore Cupparo.

Per far rientrare i forzisti in maggioranza e continuare a garantire un appoggio al governo regionale Bardi avrebbe accettato Vinzenzo Taddei come liquidatore dell’Asi di Potenza. Un compromesso che però, per i ben informati, sarebbe stato solo uno specchietto per le allodole nei confronti dei forzisti. Le modifiche sulla riforma richieste a Bardi per far approvare da tutta la maggioranza la proposta di legge non sarebbero state inserite per non pagare la fiche nei confronti di Taddei.

Certo che alcuni esponenti della maggioranza con una riforma così non si sarebbero mai smossi dalla loro contrarietà. Se così fosse l’assessore Cupparo dovrebbe realemnte rassegnare le sue dimissioni. Considerato che per la seconda volta consecuitva la sua riforma troverebbe ostruzionismo proprio tra i membri della sua stessa maggioranza.

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