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TENDONI QATAR, BUONE NUOVE PER LA REGIONE DAL TAR

Appalto da 864mila euro per i box biocontenimento, la 3a classificata ha impugnato l’aggiudicazione: ricorso respinto

Tendoni del Qatar, procedura negoziata d’urgenza per la fornitura e posa in opera di box di biocontenimento destinati all’emergenza sanitaria Covid-19: la Regione può tirare un sospiro di sollievo. Dal Tribunale amministrativo regionale (Tar) di Basilicata, sancita la correttezza dell’aggiudicazione di fine novembre scorso. L’iter procedurale dell’appalto in questione, 864mila euro l’importo a base d’asta, si è rivelato più complicato di quanto anche sul fronte politico, nota la promessa del governatore Bardi, poi smentita dai fatti, il centrodestra si aspettava. Il primo appalto è stato dichiarato infruttuoso, poichè nessuna delle offerte è risultata conforme ai requisiti strutturali minimi previsti dal capitolato di gara. Di lì, una nuova procedura negoziata d’urgenza che pure ha presentato dei nodi da sciogliere.

A metà novembre scorso, l’aggiudicazione, da parte della Suarb, in favore della Tecnolife Srl. Sennonchè la stessa Tecnolife, una decina di giorni dopo, ha dichiarato «l’impossibilità di procedere alla sottoscrizione dell’accordo quadro». Di conseguenza, in considerazione dell’urgenza dei beni da acquisire, i 32 box, il disposto scorrimento della graduatoria con conseguente affidamento dell’appalto alla Omp Engineering Srl, seconda classificata.

Questo, l’atto impugnato dinanzi al Tar di Basilicata, dalla 3a graduata: la Sago Medica Srl. La società ha sostenuto dinanzi ai giudici amministrativi lucani che la Omp avrebbe offerto un prodotto «radicalmente difforme da quello richiesto dalle specifiche tecniche di gara». Più nello specifico, il riferimento è stato alla presunta non rispondenza dell’offerta tecnica ai requisiti minimi fissati dal capitolato speciale, secondo cui, tra le altre cose, il box di biocontenimento «deve essere dotato della predisposizione di un sistema per l’installazione dell’impianto e di numero 3 prese di gas medicali».

La soluzione, però, è di quelle molto semplici: se l’alloggiamento delle 3 prese non c’è, l’importante è che si possa predisporre, «essendone consentita l’installazione attraverso i coni a tenuta stagna». Incassata l’infondatezza del motivo di ricorso, la Sago Medica Srl ha tirato fuori, come ultima censura, quello che riteneva l’“asso nella manica”. Dalla 1a gara, quella infruttuosa, altra e diversa ditta era stata esclusa «proprio in quanto aveva offerto un prodotto identico in tutto e per tutto a quello di Omp». Prodotto che la Commissione giudicatrice aveva valutato «carente» proprio delle caratteristiche minime che la Sago ha contestato alla Omp. Anche in questo caso, però, laconico il giudizio del Tar: doglianza «destituita di fondamento».

La Suarb, schede tecniche alla mano, ha evidenziato le differenze tra i prodotti paragonati, e la Sago Medica, per quanto di propria competenza, non ha assolto all’onere di dimostrare «l’assoluta identità dei prodotti in questione». In conclusione, rigetto del ricorso ed anche della conseguente azione risarcitoria.

In tema indennizzi economici, resta per la Regione, ancora aperta la pratica della Corte dei Conti di Basilicata con l’istruttoria d’inchiesta finalizzata a verificare eventuali ipotesi di danno erariale legate all’“affaire” tendoni del Qatar, da ospedali Covid-19, diventati poi sale di vaccinazione.

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