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ASM, L’AFFAIRE “PNEUMOLOGIA TERRITORIALE”

Tra le unità da scegliere, infermiere e terapista, e gli appetiti di comando: l’Unità operativa semplice, diventa “complessa”

Da giorni certa canea sembra gridare allo scandalo per il caso della “Pneumologia territoriale” dell’Azienda sanitaria locale di Matera dove mancano un infermiere e un fisioterapista competente. Fermandosi al dato neutro, verrebbe da pensare che un insensibile Direttore generale, o nel, caso, il facente funzioni, si diverta ad impedire ad una struttura dell’Azienda di lavorare tranquillamente con personale competente e di esperienza. Ma tra il dire e il fare c’e di mezzo , forse, altro.

Cerchiamo di capire. La “Pneumologia territoriale” è una Unita Operativa semplice Dipartimentale istituita dalle precedenti direzioni aziendali ed affidata alla dottoressa Franca Matilde Gallo a suo tempo non vincitrice dell’Avviso per ricoprire l’incarico di Direttore della Unita Operativa Complessa di Pneumologia Ospedaliera che venne attribuito al dottor Elio Costantino, luminare della Pneumologia e proveniente dal Policlinico di Foggia. Chi lo ha conosciuto lo descrive come un “Santo professionista” che durante questo periodo di emergenza, da mesi dorme in ospedale per curare e “coccolare” i suoi pazienti.

Tornando alla Unità Semplice dipartimentale di Pneumologia Territoriale, la stessa nel tempo è stata rafforzata con medici e altro personale infermieristico, ma si sa l’appetito vien mangiando e quindi un pressing quotidiano sui vertici aziendali ha determinato con qualche forzatura rispetto al decreto che disciplina gli standard ospedalieri che non dovrebbero consentire tante strutture complesse in Basilicata come già al momento ci sono, l’ulteriore istituzione della Unità Operativa Complessa di Pneumologia Territoriale presso la Asm di Matera. Ma subito dopo, prima il commissario Giuseppe Montagano, e sia il direttore generale Joseph Polimeni, verificando l’inflazione delle strutture complesse di Pneumologia in Basilicata ed il disallineamento con il Decreto numero 70 indietreggiarono rispetto alla precedente forzata decisione di elevare a struttura complessa la Pneumologia Territoriale e fermarono il procedimento che era stato avviato.

Apriti cielo da parte di chi, non si sa a quale titolo, si sentiva predestinato al ruolo di direttore della Unità operativa complessa. E così ricorsi e ricorsi con richieste di provvedimenti cautelari ovviamente tutti respinti. Tralasciamo poi il giro delle sette chiese per portare a miti consigli la nuova direzione generale peraltro con limitata sovranità trattandosi di facente funzione. Allora qualcuno avrà pensato come bisogna fare per destabilizzare il quadro organizzativo, non potendo per pudore gridare e spiegare qual è il vero problema che mette in sofferenza la Pneumologia Territoriale.

A volte si parla a nuora perché suocera intenda. Non manca il personale infermieristico, che pure è stato assegnato, ma manca quel particolare infermiere e terapista magari più bravo e più competente di quello già assegnato. Insomma qualcuno se lo vuole scegliere, nella speranza che ciò non venga consentito e quindi nuovo giro e nuova battaglia, anche mediatica, per attirare l’attenzione che non è quella per la quale si schiamazza sui mezzi di comunicazione. Ed il direttore generale che fa?

Ci risulta che abbia chiesto alla responsabile della Unità Operativa semplice, la dottoressa Gallo, di scegliersi il personale che vuole con tanto di nome e cognome per vedere se ritorna la pace ed il silenzio stampa. Ma sono molti a giurare che così non sarà nemmeno se a fronte di 2 unità infermieristiche richieste ne venissero date 4. Il problema è un altro. Staremo a vedere.

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