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CHIRIATTI ED IL FANTASMA DELL’OPERA

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Non sono bastati al governo regionale più inconcludente della storia istituzionale della Basilicata nemmeno otto mesi per dirimere il successore di Alberto Caivano, dirigente generale delle infrastrutture e mobilità e, corre voce, dimissionario per volontà presidenziale. Eppure la delibera approvata dalla giunta a fine anno e con l’assenza, chissà quanto tattica, dell’assessore al ramo, Donatella Merra lasciava sperare che l’arzigogolo del nome, in capo alla Lega, fosse finalmente sciolto a favore della riserva pugliese, peraltro già tristemente rappresentata dal commissario Roberto Marti ed in alternata combinazione con quella ben più nutrita dei burocrati napoletani di cui il governatore Vito Bardi rimane un estimatore del tutto solitario. Ora pare che il prescelto, a dispetto della magnificenza del curriculum, non avesse i requisiti del caso, nonostante la ratifica del solerte segretario di giunta, Antonio Ferrara abbia indotto a facili illusioni. Così Chiriatti, rimane una sorta di fantasma istituzionale in groppa alla coscienza del solito non fare di Bardi e nell’opera irrealizzata di Ferrara di cui auspichiamo come per Grauso, una veloce quanto risolutiva dipartita istituzionale. Ha scritto Gaston Leroux nel fantasma dell’Opera:“Mascherata! Facce di carta in parata”.

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