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UNICEF, CONTINUA IL VIAGGIO NELLA MEMORIA

Appuntamento nella scuola primaria Albini e Stigliani dell’Istituto Comprensivo “Giacomo Leopardi” a Potenza

Continua il viaggio nella memoria nelle scuole con Unicef, “Per non dimenticare”.

Questa volta siamo nella scuola primaria Albini e Stigliani dell’Istituto Comprensivo “Giacomo Leopardi” a Potenza.

Con Veronica Lavecchia da Tricarico e Claudia Robilotta da Anzi il Presidente Unicef di Potenza Mario Coviello si collega da Bella con Mimma Rizzo, la maestra responsabile che ha predisposto in un’ampia sala tutto il necessario perché possano incontrarsi e riflettere sulla Giornata della memoria.

“Sono le classi terze delle due scuole primarie – spiega Coviello- Sono bambini e bambine di otto anni si
chiamano Mattia che viene da Pignola, Vittoria, Marta, Flavio…. per la terza A
Albini guidati dalla maestra Daniela Crudele. Hanno letto il libro illustrato di Lia
Levi “ La portinaia Apollonia” e con i loro quaderni, due alla volta davanti al
microfono, mi raccontano: “Autunno 1943. Un bambino ebreo e una città
occupata dai soldati tedeschi. Il padre non c’è. La madre lavora a casa e Daniel
deve correre a fare la fila per comprare da mangiare. Ma è l’arcigna portinaia
Apollonia, di sicuro una strega, a spaventarlo più di ogni cosa. Finché un
giorno… “ E precisano che non bisogna fidarsi delle apparenze. Anche loro
hanno sbagliato a giudicare”.

Hanno preparato una poesia sui diritti perché con Unicef portano avanti la
proposta educativa “ Il benessere oltre l’emergenza”. E dicono che hanno “
diritti inalienabili”, che nessuno può loro togliere. Prima di tutto il diritto al
gioco, agli amici, all’istruzione. E la storia dei bambini ebrei durante la Shoah
che hanno cominciato a conoscere, dicono che somiglia un poco alla loro
quando sono stati costretti a rimanere chiusi in casa per il covid.
Facciamo vedere i video dei libri illustrati “ Otto” e “ Il volo di Sara” e ci diamo
appuntamento alla “Festa dei diritti del bambino” che faremo, spero in
presenza, entro il 27 maggio, trentesimo anniversario della firma da parte
dell’Italia della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che Unicef
celebrerà in tutta Italia.

 

Con le maestre Francesca Sportelli e Margherita Pace arrivano per i due incontri successivi le due classi terze della “Albini”.

“Due alla volta – prosegue Coviello- anche loro raccontano prima la storia della portinaia Apollonia e
poi il film a cartoni animati “ La storia di Andrea e Tati”. La storia vera di
Alessandra e Tatiana Bucci, due sorelle di 4 e 6 anni, che nel 1944 vennero
deportate nel campo di concentramento di Auschwitz insieme alla madre, la
nonna, la zia e il cuginetto. Le bambine si salvarono solo perché vennero
erroneamente scambiate per gemelle e sottoposte agli esperimenti del dottor
Mengele, fino a quando una guardiana riuscì a nasconderle fino alla liberazione”.

E Alessandro, Domenico, Mirta, Antonio, Melissa, Matilde. Daria e Andrea,
Giulia e Biagio mi chiedono…” Perché i bambini ebrei non potevano andare a scuola?

Cosa è successo quando sono andati nei campi di concentramento?
I soldati nazisti non vedevano che erano bambini?
E non è semplice rispondere. Francesca, la maestra, sottolinea che “bisogna
stare attenti alle piccole cose, avere rispetto; Non avere paura delle
differenze e dire no subito alla cattiveria, alla paura. Quando qualcosa non
va bisogna parlare, confrontarsi, in casa e a scuola”.

Ma è Vito nell’ultimo incontro che mi fa la domanda più difficile: “Perché Dio
ha permesso tutto questo? E ho risposto che il nostro Dio che è anche quello
degli ebrei ci ha creati liberi e i nazisti hanno scelto di fare il male,
considerando gli ebrei non più delle persone ma degli animali da sfruttare,
maltrattare, uccidere nella maniera più crudele.
A tutti i piccoli abbiamo fatto vedere immagini dei campi profughi di Lesbo e
Moria perché i campi di concentramento ci sono purtroppo anche oggi, in
questo momento.

E abbiamo chiesto un piccolo contributo per aiutare con Unicef queste persone.
Abbiamo concluso il terzo incontro con la “Filastrocca della memoria” di
Giuseppe Bordi” ,conclude il Presidente Unicef:

“memoria, per ricordare una brutta storia, scritta con inchiostro infausto: la pagina nera dell’Olocausto.

Un uomo folle prese il dominio e calò la scure dello sterminio.

Uomini, donne, vecchi, bambini, bruciarono in fretta come cerini.

Sogno che bruci ogni razzismo, dentro il fuoco dell’altruismo, sogno la nascita di nuovi ideali

dove gli uomini son tutti uguali.”

E proprio questo oggi ci hanno insegnato questi piccoli con le loro maestre che ringraziamo”

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