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COLDIRETTI: “DIGA DEL RENDINA, QUALE FUTURO?”

“Se ne discuterà venerdì mattina in un incontro con il sottosegretario Margiotta e l’assessore regionale Fanelli”

La diga del Rendina  e il suo futuro saranno al centro di un incontro organizzato, in modalità digitale, da Coldiretti Basilicata venerdì 22 gennaio  alle ore 10 e 30. All’iniziativa parteciperanno, oltre ai vertici della confederazione agricola,  il sottosegretario alle Infrastrutture, Salvatore  Margiotta, l’assessore regionale alle Politiche Agricole e Forestali, Francesco Fanelli, il presidente della terza Commissione consiliare, il consigliere regionale Piergiorgio Quarto, e l’amministratore unico del Consorzio di Basilicata, Giuseppe Musacchio. “La manifestazione organizzata a Lavello il 27 giugno del 2019 aveva tra gli obiettivi – sottolinea il presidente di Coldiretti Basilicata, Antonio Pessolani – quello di accelerare le procedure per la messa in funzione della Diga del Rendina  e la realizzazione dell’adduttore che collega l’invaso  alla diga del Lampeggiano; tali opere potrebbero consentire l’irrigazione di circa 6.500 ettari, di cui circa  550 ha nel comune di Montemilone.

Dopo circa un anno e mezzo molte novità si sono succedute e molte di queste hanno confermato che l’azione promossa da Coldiretti ha proposto uno scenario molto positivo per il futuro della diga e soprattutto per il futuro dell’agricoltura della zona del Vulture”. Per Pessolani “sicuramente sull’argomento, in quest’ultimo anno, alcuni hanno provato ad accreditarsi i meriti e altri, fortunatamente pochi, hanno tentato di sminuire l’attività di Coldiretti e l’irrealizzabilità del progetto di ripristino dell’operatività dell’invaso, ma, fortunatamente, da organizzazione seria e responsabile, la Coldiretti ha continuato nella sua azione senza tener conto del chiacchiericcio, a volte accreditato anche al nostro interno, ottenendo quanto atteso dalle imprese del territorio interessato. L’evento di venerdì – conclude il presidente della Coldiretti lucana – ha proprio l’obiettivo di “mettere un punto fermo” sulla reale situazione della diga del Rendina”.

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