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DEPOSITO SCORIE: SOTTOSCRIZIONE DI SINDACI LUCANI E PUGLIESI

Gli 11 Sindaci chiedono a Bardi ed Emiliano di “dare disponibilità a partecipare ad una riunione con i firmatari”

A margine dell’incontro tra i Sindaci lucani e pugliesi, incentrato sulla questione “deposito scorie” è stato condiviso e sottoscritto un documento congiunto firmato dai primi cittadini ribadendo l’opposizione alla realizzazione del Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi e Parco Tecnologico.

 

I Sindaci, Viviana Cervellino del Comune di Genzano di Lucania, Fernando Scattone di Acerenza, Antonia Fidanza di Oppido Lucano, Domenico Bennardi di Matera, Nicola Massimo Morea di Irsina, Domenico Tataranno di Bernalda, Piero Marrese di Montalbano Jonico e Vincenzo Zito di Montescaglioso con i colleghi Alesio Valente del Comune di Gravina in Puglia,  Rosa Melodia di Altamura,  Francesco Frigiola di Laterza, già riunitisi in videoconferenza martedì 12 gennaio, esprimono «all’unanimità, la loro opposizione alla realizzazione del deposito unico nazionale dei rifiuti nucleari nei rispettivi territori, così come individuati nella Carta Nazionale delle aree potenzialmente idonee chiedendo ai rispettivi Enti Regionali di Puglia e Basilicata, di coordinare tutte le azioni che si vorranno intraprendere a supporto degli Enti locali, con figure professionali altamente qualificate» ed inviano il documento al Presidente della Giunta Regionale della Basilicata Vito Bardi ed al Presidente della Giunta Regionale della Puglia Michele Emiliano.

 

I Sindaci «invitano le Giunte regionali di Basilicata e Puglia a ribadire, rafforzare e porre in essere in maniera concreta e risolutiva, la propria ferma contrarietà all’eventuale allocazione sui rispettivi territori, del deposito unico nazionale di scorie nucleari ed a voler strutturare e sostenere le iniziative promosse dai Comuni, coordinando in senso unitario le attività da intraprendersi sul piano istituzionale, promuovendo ogni azione utile ed opportuna alla presentazione – nei termini stabiliti dalle legge – delle osservazioni in merito alla Cnapi, garantendo agli stessi Comuni ogni utile supporto, anche tecnico – giuridico per la formulazione di ulteriori e specifiche documentate osservazioni; inoltre chiedono ai rispettivi Presidenti di Regione di dare la propria disponibilità a partecipare ad una riunione con i sindaci firmatari del documento».

 

Ed ancora, incalzano, «la Regione Puglia e la Regione Basilicata hanno negli anni passati pagato lo scotto di politiche nazionali scarsamente sensibili alle tematiche ambientali che hanno prodotto danni irreparabili agli ecosistemi e alla salute delle persone; i suddetti comuni hanno di fatto improntato le proprie linee guida di sviluppo e crescita  alla valorizzazione dell’economia locale ed alla conservazione del patrimonio materiale ed immateriale, propulsori della crescita sociale e culturale dei propri territori; alcuni dei siti individuati ricadono per di più in prossimità di siti di importanza comunitaria (SIC), Zone di protezione speciale (ZPS) e di siti riconosciuti Patrimonio Unesco, e comunque in zone di grande pregio ambientale, archeologico e agricolo».

 

Ricapitolando, la Cnapi individua tra le 67 aree potenzialmente idonee ben 17 siti a cavallo tra Regione Basilicata e Regione Puglia, ricadenti in particolare nei territori dei Sindaci dei comuni sottoscrittori del documento.

 

«A prescindere dall’ubicazione ultima del sito di stoccaggio di scorie radioattive all’interno di uno dei Comuni, per la forte interconnessione culturale, geografica e storica degli stessi territori, ciò produrrebbe comunque effetti negativi anche sugli altri» concludono i Sindaci firmatari.

 

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