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“PIENI POTERI”, BARDI E FERRARA INCASSANO LA SCONFITTA: ANDRÀ PURE IN 2A COMMISSIONE

La 1a ne ha preso atto, ma l’assegnazione del Dg Libutti rovina i piani: la relazione tecnica lacunosa e l’invarianza finanziaria è estetica oratoria

Governatore Bardi e la “Pieni poteri”: il centrodestra ha vinto la battaglia, ma non ancora la guerra. La 1a Commissione consiliare (Affari istituzionali), presieduta da Pasquale Cariello ha preso atto a maggioranza, con il voto favorevole dello stesso Cariello, nonchè di Acito, Bellettieri, Quarto e Baldassarre, del nuovo schema di regolamento “Ordinamento amministrativo della Giunta regionale di Basilicata”. Contestualmente sono state acquisite e inviate alla Giunta 2 osservazioni del capogruppo consiliare in Regione di Italia viva, Luca Braia, una sull’aggiunta dell’Ufficio territoriale di Matera e l’altra sulla autonomia dell’ufficio legale della Regione.

Quella sull’avvocatura regionale, insieme alla controversia sul destino della Stazione unica appaltante regionale Sua-RB che sulla carta al centro del fuoco incrociato del governatore, che la vuole suo ufficio speciale, e di Forza Italia, è oggetto di mire di demolizione, rappresentano altri 2 rilevanti terreni di scontro della pratica “Pieni Poteri”. Forza Italia vorrebbe eliminare l’obbligo per gli Enti strumentali della Regione, le società interamente partecipate e quelle sulle quali la Regione, nonchè i Consorzi di bonifica e sviluppo, di avvalersi della Sua-RB per gli affidamenti superiori a 1milioni di euro.

Ma già nella 1a Commissione di ieri, la Dirigente generale della Sua-RB, Liliana Santoro, ha ampiamente contrastato, per quanto di sua competenza, il progetto di smantellamento delineato dal centrodestra. Tanto che l’approvazione della proposta di legge di Acito, Bellettieri e Piro è stata comunque rinviata alla prossima seduta. Vera spina nel fianco del centrodestra, come ormai da prassi consolidata nelle opposizioni di centrosinistra, il consigliere regionale Braia. Vero è che la sua pregiudiziale alla “Pieni Poteri” di Bardi è stata respinta a maggioranza con il voto contrario della maggioranza, ma la fondatezza dei contenuti, con riferimento specifico alla relazione tecnico finanziaria e alla mancanza di una invarianza di spesa, resta valida. Apodittico, nel merito, il dirigente generale dell’Ufficio legislativo della Presidenza della Giunta, Antonio Ferrara.

Per via delle contestazioni di Braia, quella consumatasi ieri in 1a Commissione è per il centrodestra soltanto una battaglia vinta. La “Pieni Poteri” dovrà passare anche per la 2a Commissione consiliare (Bilancio e Programmazione), presieduta proprio da Braia. Ferrara ci ha provato con forza ad evitare ciò, ma ormai nelle ambizioni di concentrazione di potere alimentate da Bardi e dai napoletani che muovono le fila in Regione non c’è neanche da stupirsi, peccato però, per lui e per il governatore, che l’assegnazione degli atti alle Commissioni è competenza dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale. Per il Dg Emilio Libutti, la “Pieni Poteri” deve passare per la 1a e per la 2a Commissione.

Di conseguenza, scattati i 30 giorni di tempo a disposizione di Braia per la relativa convocazione. Ciò che il forzista Bardi e il burocrate Ferrara avrebbe voluto definire col successo, parziale, di ieri, potrebbe nuovamente incagliarsi come già accaduto a dicembre, per direttive del Dg del leghista Cicala. Per Bardi e Ferrara, l’invarianza finanziaria non è questione tecnico-giuridico-ecomica, ma, a mo’di Ruby nipote di Mubarak, di fiducia. La stessa fiducia, tradita dalla matematica, chiesta sulla legge regionale 29 del 2019, quando però, in tema di invarianza, sia per il capo di Gabinetto che per il capo del Settore legislativo, le retribuzioni erano state ritoccate al rialzo tanto da risultare maggiori di quelli dei dirigenti generali. Non a caso, da un anno all’altro, dal 2019 al 2020, gli stanziamenti per gli uffici di diretta collaborazione del presidente, sono aumentati.

Nella relazione tecnica, è dei vari passaggi chiavi per comprendere l’emptio spei di Bardi e Ferrara, non c’è, come fatto notare da Braia, neanche riportato, e meno che mai in maniera indicativa, il numero degli uffici che, con successivi atti, la Giunta andrà a costituire nell’ambito delle direzioni. Al pari, ulteriore freccia all’arco del capogruppo di Italia viva, assenti indizi su come queste strutture saranno graduate e retribuite, anche in riferimento alle eventuali differenze retributive tra gli uffici speciali e quelli ordinari, o le strutture di missione. E ancora, si prevede il riconoscimento di indennità per i responsabili delle segreterie particolari e trattamenti economici atipici e debordanti per il personale comandato, dato, però, non compatibile con l’invarianza di spesa. In questo contesto, la postilla apposta da Ferrara che indica anche gli «stanziamenti di competenza appostati, aggiornata alla data corrente», appare quanto mai rivelatrice. Successive leggi di bilancio e variazioni rendono piuttosto aleatoria la presunta invarianza di spesa.

Tra uffici speciali e quella che è stata da Braia definita la «ciclopica» struttura del Gabinetto del Presidente della Giunta, il governatore vuole andare oltre le “50 sfumature di Bardi” per raggiungere le 70 unità, retaggi di caserma, non solo l’invarianza di spesa, ma pure la conservazione, anche con la “Pieni Poteri”, della distinzione tra le funzioni di indirizzo politico-amministrativo e controllo e le funzioni di attuazione e gestione, sono questioni tutt’altro che indubbie, poichè, è il caso, incalcolabili. Ad ogni modo per la “Pieni Poteri”, dopo la 1a Commissione, ci sarà ora il vaglio della 2a . La comunicazione di “regime” dell’Ufficio stampa è imbevuta di più di qualche omissione. La storia la scrivono i vincitori, ma, parafrasando, “ogni decenza ha un limite”.

Ferdinando Moliterni

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