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EIPLI, L’ENTE PUBBLICO CHE VA AVANTI GRAZIE AI PRECARI E ALLE PROROGHE

La nuova società è ancora una chimera: dal Governo l’ok a posticipare la scadenza dei contratti a tempo determinato al prossimo dicembre

Eipli: i Ministeri coinvolti nella definizione del nuovo soggetto gestore, l’Ente per lo sviluppo e irrigazione di Puglia Lucania e Irpinia è Commissariato dal 1979 e soppresso e posto in liquidazione dal 2011, hanno hanno avviato, l’anno scorso, «la fase conclusiva per addivenirne alla costituzione», al fine di «risolvere definitivamente le problematiche dell’Ente in liquidazione da ormai nove anni», ma per ora ancora proroghe e deroghe dal Governo. Confermato, pertanto, il motto sui generis in vigore all’Eipli: “finchè c’è soppressione, c’è speranza”. Col nuovo anno, l’aggiunta: se “finchè c’è soppressione, c’è speranza”, senza precari, all’Eipli manco quella.

L’ossatura dell’Ente pubblico, tra l’altro sottoposto alla vigilanza diretta del Ministero dell’Agricoltura, sono proprio i precari. Il caso Eipli sembra rappresentare una continua anomalia nell’anomalia: economicità contro imparzialità e buon andamento della P.A. Con riferimento alla pianta organica, come da relazione del Decreto “Milleproroghe”, 148 le risorse complessive in servizio presso l’Ente, di cui 102 con contratto a·tempo indeterminato, di queste 31 contrattualizzate col Ccnl “idraulico forestale”, e 46 con contratto a tempo determinato. Dall’anno scorso, dato il non approdo alla nuova società che subentrerà interamente nelle funzioni dello stesso Eipli, problematica gestionale costante all’Eipli sono proprio i 46 precari. Nello specifico, tra le 46 risorse assunte tra il 2016 ed il 2019, ci sono 6 impiegati amministrativi, 30 impiegati tecnici e 10 professionisti di cui 7 con qualifica tecnica, ingegneri e architetti, e 3 avvocati. Unità maggiormente fondamentali se si considera la «necessità di sopperire alla mancanza di personale dovuta al progressivo collocamento in quiescenza del personale a tempo indeterminato». Il Governo nel prorogare i contratti dei precari in scadenza, alcuni a fine 2020, altri tra il corrente mese e il giugno prossimo, ha fatto appello al principio di «economicità della gestione pubblica». All’Eipli non si liquida e non si sopprime, la nuova società è ancora una chimera, e tutto è una proroga sine die.

Quella dei 46 precari, è giustificata per «evitare all’Ente di procedere alla selezione di nuovo personale in sostituzione di personale con contratto in scadenza, prorogando i contratti a tempo determinato esistenti, onde consentire la definizione dell’iter di costituzione della nuova società ed evitare pregiudizi ovvero interruzioni nella erogazione del servizio, in modo che sarà quest’ultima a procedere alla definizione delle politiche di gestione dei fabbisogni di personale nel rispetto delle normative vigenti». Di per sè, non è la conclusione ad essere errata, ma la stessa se contestualizzata all’interno delle modalità gestionali dell’Eipli, appare la conseguenza naturale di storture che connotano l’operatività dell’Ente, già a monte. Ente pubblico che ha bisogno dei 46 precari per soddisfare la «necessità di assicurare la funzionalità dell’Ente» in quanto gli stessi «garantiscono l’espletamento degli adempimenti attinenti alla gestione ordinaria ed al contempo essenziale». Scorrendo le mansioni dei 46 a tempo determinato, ben si comprende.

I precari, pertanto, non garantiscono soltanto «la gestione del personale», la contraddizione in termini è palase, ma anche una serie di attività dalla segreteria, al protocollo, passando per la contabilità e via discorrendo. In 30, per esempio, assicurano la dotazione minima per la gestione ed il presidio «h 24», nonchè la «manutenzione ordinaria degli impianti» che sono grandi opere idriche. L’Eipli ha in gran parte realizzato, e gestisce, tre grandi schemi idrici denominati Ionico-Sinni, Basento-Bradano e Ofanto, a cui si aggiunge un quarto schema, molto più limitato degli altri tre, costituito dalle sorgenti del Tara. I precari professionisti tecnici, assicurano le numerose e diversificate funzioni tecniche inerenti ai medesimi impianti ed infrastrutture, progettazione, direzione lavori, sicurezza, oltre a ruoli di responsabilità legati alla gestione di invasi e traverse, quali responsabili di esercizio delle traverse e sostituti dell’ingegnere responsabile sulle dighe. Per questo, «molte delle medesime risorse», i precari, sono impegnate nei ruoli di Rup, Direttore dei Lavori, Csp e Cse, Rspp e via discorrendo.

I 3 avvocati, invece, sono, invece, dedicati alla gestione del «pesantissimo ed articolato contenzioso che interessa l’Ente», nonché ad assicurare la necessaria assistenza giuridica per le complesse attività amministrative e nell’ambito delle gare di appalto e dei procedimenti amministrativi. L’Ente ha «l’obbligo» di garantire, assicurando l’erogazione senza soluzione di continuità, un «pubblico servizio», nonchè di «salvaguardia della pubblica incolumità e di tutela ambientale»: ma se non ci fosse l’esercito dei precari, sorretto dalla “truppa” di proroghe, non riuscirebbe a farlo.

 

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