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“UN SUD UNITO”

L’analisi di Vito Matteo: prima e seconda ondata, una sorprendente risposta corale da parte del Mezzogiorno

Ci sono diversi motivi per spiegare perchè il Sud abbia saputo gestire l’emergenza covid meglio di quanto ci si aspettasse, nonostante qui da noi la sanità costituisca da sempre un pozzo senza fondo a cui attingere per sistemare parenti o sottrarre risorse; anzichè uno strumento di cura dei pazienti, i quali si trovano spesso costretti ad effettuare autentiche migrazioni per una semplice analisi del sangue presso costose cliniche private (sicchè non si capisce perchè i privati esitino ad aprire le loro cliniche anche qui da noi, atteso che i clienti non mancano).

E’ opportuno tuttavia distinguere due momenti: la prima e la seconda ondata. In occasione della prima ondata siamo stati senza dubbio fortunati: i contagi erano infatti localizzati prevalentemente al Nord, ed il confinamento nazionale, unitamente alle misure adottate a livello locale (principalmente consistenti nell’obbligo di quarantena per chi provenisse dal Nord), hanno contribuito a limitare la diffusione di piccoli focolai che, in ogni caso, hanno mietuto decine di vittime (le stragi di anziani nelle case di riposo le abbiamo avute pure noi, basti pensare a quanto avvenuto nella casa di riposo di Chiaravalle: 28 morti in pochi mesi).

Non altrettanto può dirsi con riguardo alla seconda ondata. In questo caso, infatti, la diffusione del virus è stata uniforme sull’intero territorio nazionale, e a differenza di quanto avvenuto in precedenza, il Governo ha cercato di scongiurare fino all’ultimo un confinamento nazionale, con la conseguenza che alle singole regioni è stato attribuito un ampio margine di potere discrezionale circa le misure da adottare.

Ebbene, le regioni meridionali non hanno esitato a rispondere all’unisono all’ennesima emergenza sanitaria. In primo luogo, va riconosciuto a queste regioni il merito di aver saputo portare a termine la campagna di vaccinazione antinfluenzale con largo anticipo rispetto alle regioni settentrionali (alcune delle quali non hanno addirittura provveduto all’approvvigionamento delle dosi necessarie). In secondo luogo, va loro riconosciuto il merito di aver chiuso gli edifici scolastici nonché imposto l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto, con largo anticipo rispetto al Governo nazionale e, soprattutto, quasi contemporaneamente (sebbene la Campania abbia quasi sempre giocato il ruolo di “precursore”).

Lo hanno fatto sulla base delle valutazioni effettuate dalle rispettive unità di crisi, alle quali va dunque il nostro ringraziamento per aver saputo fornire una consulenza adeguata ai nostri Presidenti di Regione. Coordinamento, uniformità e puntualità, dunque, hanno posto le basi per questo straordinario successo.

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