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LE PAGELLE DELLA GIUNTA REGIONALE

In attesa di “correttivi” “Casa di Vetro” nel limbo

Se la Giunta regionale fosse un gioco, sarebbe certamente il paroliere. Inevitabilmente, fosse anche solo per inerzia, qualcosa tra Dipartimenti e Assessorati dalla Regione viene prodotto. Qualcosa, però. All’esecutivo regionale, più che amministrare e delineare percorsi, piace chiacchierare. La rincorsa dello slogan ad effetto è così attività compulsiva che ad un obiettivo mancato, subentra altra propaganda che fissa nuove mete che, come già accaduto, sono anch’esse non raggiunte. Su una cosa la Giunta ha dimostrato capacità: la coltivazione dei
propri interessi. Tra dubbie riforme, fatte e paventate, e la trasformazione, a mo di novelli Re Mida, di ogni cosa in poltrona e postazione da occupare politicamente, è emerso come il centrodestra non soltanto non disprezza i vecchi metodi, ma li estremizza all’eccesso.
L’equivoco del Generale, poi, è una zavorra che ulteriormente distorce l’ingranaggio. Sarà che la retorica cinematografica di guerra ha confuso la prospettiva, ma è noto che i Generali di fatto fanno poco e nulla. Qualcosa. Più che altro, il flagrante Bardi ne è la prova, delegano. La promessa «casa di vetro», in riferimento alla grande “ristrutturazione” annunciata dal governatore per via Verrastro, è diventata la torre grande e inavvicinabile torre di guardia.
Una Giunta monotonamente autoreferenziale che rispecchia il tono monocorde di colui che la guida. Menomale che almeno c’è la Merra che con la quota, ma non solo, da un po’ di verve

Vito Bardi, PRESIDENTE, 6-

Il 2020, anno della pandemia è stato  tutto un rincorrersi di urgenze. Il  generale resta generale e non sempre  riesce a imporsi su una maggioranza poco  incline alla marzialità delle caserme e più  all’autonomia personalistica. Ma come in  premessa, l’emergenza Covid ha richiesto  sforzi supplementari più sulla gestione che  sulle tecnicità della politica. Il 2021 sarà  l’anno della verità.

Francesco Fanelli, AGRICOLTURA, 5,5

Si dice che stia studiando da candidato  presidente. Si vedrà, nel frattempo è  piuttosto latitante nel ruolo di  vicepresidente della Regione probabilmente perchè è stretto nelle beghe politiche che  infiammano la sua Lega. Ci si aspettava e si  continua ad aspettare di più da lui. Meglio come  assessore all’Agricoltura che come leader.

Rocco Leone, SANITA’, 4

Il peggiore dell’intera Giunta. Doveva essere  l’uomo della provvidenza visto che si è trovato a  guidare la Sanità nel momento della Pandemia da Covid. Doveva essere quello che è Speranza per il  governo Conte. E invece il “già sindaco” di Policoro,  per parafrasare fine egli ama chiamare qualche ex di  lusso, ma che a differenza sua non è stato trombato  dall’elettorato (ricandidato fu sconfitto da Mascia)  non solo non è mai riuscito a infondere sicurezza, ma  si è attardato su polemiche che a tutto servono tranne  che a dare risposte ai cittadini.

Gianni Rosa, AMBIENTE, 6+

Lo salva il mestiere. E’ l’assessore che più  conosce come fare il proprio ‘lavoro’. Ha il  merito di essere diventato uomo di di  fiducia del presidente Bardi all’interno della  Giunta nonostante qualche ‘errore’ di valutazione  politica nelle scorse amministrative nel suo paese.  Governa il settore ambiente riuscendo a tenersi  lontano dalle polemiche e non è poca cosa. E poi  e’ di sicuro più vicepresidente di Fanelli.

Donatella Merra, INFRASTRUTTURE, 6,5

Il suo assessorato non è certo quello peggiore.  Sia chiaro: nella Giunta non esistono punte di  eccellenze o per lo meno fino ad ora non si è  vista una attività da applausi in nessun settore ma  lei comunque è riuscita a gestire difficoltà non da  poco in piena emergenza senza naufragare. E poi e’ donna ma che esercita il ruolo non perché figlia  di una quota. Non la si è mai sentita lamentare per  questo e la cosa le fa onore.

Francesco Cupparo, ATTIVITA’ PRODUTTIVE, 5

Ci si aspettava vista la carenza di ‘forma’ un recupero nella sostanza. La  sensazione però che sia mancata sia  l’una che l’altra. Troppo spesso concentrato a  dimostrare di essere in grado di fare meglio di  quelli del passato si dimentica che esiste il  presente: sotto il suo palazzo iniziano a essere  costanti i presidi di protesta.

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