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BUON ANNO BASILICATA, NONOSTANTE BARDI

Tacco & Spillo

A ben  guardare  le  magnifiche e  progressive  sorti con cui a  più riprese ed  in piena propaganda  istituzionale  viene ormai  propinata la Basilicata a guida Vito  Bardi e a trazione centrodestra, saremmo  tentati di ricorrere quantomeno  ad una teologia dei miracoli per  spiegare gli effetti salvifici di cui ci si  vanta fanciullescamente. Ora lasciamo  stare l’uso smodato del verbo fare,  sempre in tracimata declinazione  futura e sempre accompagnato dai soliti  buoni propositi, di cui però sappiamo  quanto sia lastricato l’inferno  e lasciamo pure stare il campo d’inconcludenza  che in quasi due anni si  è saputo coprire solo con la strategia  furbesca del benaltrismo, secondo cui  le responsabilità d’insuccesso e di catalessi  hanno una catena di rimandi  all’indietro e fino a generazioni politiche,  ma la cosa che più ci preoccupa,  soprattutto nell’adagio entrante del  2021, è la tenuta della democrazia regionale  con i suoi presidii della verità  istituzionale e dell’opposizione politica.  Da un lato la bolla politica sfilaccia,  in scala egotica massima e con  la solita strafottenza napoletana, gli  elementi di comprensione pur minima  dei fatti istituzionali che invece  dovrebbero essere assicurati di diritto  ai lucani, senza balbettii, sincopi ed  omissis, dall’altro il ruolo rimesso,  condizionato e diviso dell’opposizione  che non ha certo fatto tesoro del  cosiddetto laboratorio politico giallorosso  che da Matera ha iniziato finalmente  lo sfratto elettorale del centrodestra.  Eppure proprio qui in Basilicata  di quella salutare lezione ad oggi,  purtroppo, non è rimasto granché  tanto nel grado di adeguatezza critica  di cui pure dovrebbe preoccuparsi  un presidente di regione, con tutta  la sua giunta, quanto nell’agibilità politica  delle opposizioni. Nella scenetta  è la Basilicata a perderci, precipitando  in verticale e collezionando i primati  negativi su digital divide, sanità,  pil, occupazione, tanto per stare in  un breve elenco e di cui pure con dati  alla mano e tabelle da analista da  queste colonne abbiamo cercato di dare  conto, combinando la lezione dello  smascheramento di idiozie e falsificazioni  d’autore che Jacques Derrida  ci ha insegnato con l’abitudine a  chiedere semplicemente “perché”  tanto delle azioni quanto delle parole  del buon Socrate nel suo engagement  contro ogni forma di potere. Da queste  felici provocazioni tutti noi possiamo  imparare molto. Innanzitutto  ad avere memoria e verità sui fatti e  poi, come scrive un filosofo, a coltivare  la virtù della speranza non solo  come antidoto al destino, mai certo ed  obbligato anche nel caso della sciagura  politica, ma anche come forza  di cambiamento. Dunque Buon Anno  Basilicata, nonostante Bardi.    

 

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