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LA MISSION DELLA RIFORMA ALSIA? QUELLA DI LIBERARE SPAZI DI ASSUNZIONE IN REGIONE BASILICATA

Nelle complesse dinamiche che governano la vita amministrativa della Regione Basilicata, il Consiglio Regionale della Basilicata ha discusso della riforma dell’Agenzia Lucana di Sviluppo ed Innovazione in Agricoltura (Alsia)

Nel provvedimento omnibus approvato qualche settimana fa dal consiglio è stata approvata una norma che prevedeva il ritorno all’ALSIA del personale dell’ente che nel 2015 era stato trasferito nei ruoli organici della Regione Basilicata.

L’ALSIA, seppur con il rispettabile ruolo che ha svolto durante gli anni, è un organismo che da tempo attende di conoscere la sua sorte. L’organismo è stato più volte posto sotto la lente dalla Corte dei Conti, la quale ha evidenziato come l’ente, benché svuotato del personale, continui a sostenere oneri per oltre 3,5 mln di Euro.

Fanelli e Rosa hanno rassicurato sulla bontà e legittimità della propria azione controbattendo a tutti i rilievi che nei vari incontri sono stati fatti dalle rappresentanze sindacali, affermando che il personale interessato dalla norma non avrà alcun problema dal punto di vista retributivo e procederà normalmente nelle sue attività. Il tutto nell’ottica di una ridefinizione del ruolo dell’ALSIA così come paventato dagli esponenti della Giunta Regionale.

Nonostante i buoni propositi, durante la discussione sono venute fuori le verità nascoste dietro questo provvedimento: Rosa, dopo aver sottolineato che la norma si è resa necessaria per recepire correttamente i rilievi della Corte dei Conti, ha candidamente affermato che si tratta di una manovra per liberare spazio utile all’effettuazione di concorsi per assumere in regione.

Checché ne dicano Rosa e Fanelli, ci troviamo di fronte all’ennesima alchimia amministrativa per cercare di trovare spazi di manovra all’interno dei vincoli rappresentati dalle necessità contabili.

Pur volendo dar credito alla bontà dell’operazione posta in essere dalla giunta, occorre spendere due parole sul metodo utilizzato per provare a raggiungere questi risultati. Rosa e Fanelli parlano di una costante concertazione con le parti sindacali, ma su questo punto non c’è uno straccio di verbale a conferma. Il provvedimento è arrivato confezionato in una proposta di legge contenente svariate misure, tra cui quella  utile a pagare gli errori di rendiconto dei gruppi con danari pubblici.

Forse, vista e considerata l’importanza che Fanelli e Rosa imputano all’ALSIA, la riforma sarebbe dovuta arrivare attraverso un provvedimento con più ampia e condivisa concertazione, anche per capire quale sarà la reale mission dell’agenzia. In vista del ciclo di programmazione comunitaria e del Recovery Fund, nell’ottica di un concreto rilancio e sostegno alla qualità delle produzioni e delle aziende del settore primario, sarebbe stato necessario un maggiore coinvolgimento.

Manca la visione programmatica e per adesso ci dobbiamo accontentare dell’ennesimo trucco contabile per liberare risorse.

Inutile dire che l’ordine del giorno da noi proposto non è stato preso minimamente in considerazione, vista la mancanza del numero legale ed il conseguente scioglimento della seduta consiliare monotematica.

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