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FUSIONE DELLE ASI E NUOVA SOCIETÀ: LE RAGIONI DEL NO DI SIMONETTI

La Regione ha inviato la proposta di legge alle parti sociali, molti i dettagli lasciati in sospeso: «Serve un dibattito»

La Regione Basilicata ha trasmesso alle parti sociali la proposta di legge inerente la liquidazione dell’Asi di Potenza e la costituzione di una nuova società “Aree Industriali Produttive Basilicata Spa”. Nell’immediato, sulla fusione dei Consorzi Asi di Potenza, gravato da debiti per decine di milioni di euro, con l’Asi di Matera, che ha i conti in regola, la contrarietà espressa da Pietro Simonetti del del Centro studi e ricerche economiche e socili (Cseres). Del resto nel consuntivo Asi di Potenza 2018, approvanto in ritardo nel 2019, e come ha aggiunto Simonetti, «non ci sono notizie sui bilanci per il 2019 e 2020 che certamente saranno di tendenza», venivano rimarcate a chiare lettere oltre all’esposizione debitoria per circa 80 milioni, anche le «riscontrate, diffuse e marcate criticità, che dimostrano disequilibrio patrimoniale, reddito negativo e insufficienza dei flussi finanziari a copertura degli impegni assunti».

«Nella bozza di legge ha lamentato Simontetti non si affronta la questione centrale dei criteri di scelta dei nuovi gruppi dirigenti che per la dimensione della gestione della riforma, della messa in liquidazione, e della costruzione della nuova società reclama una attenzione particolare per non replicare il passato che ora presenta il conto per pubblico e privato non solo in termini di perdite di risorse, occupazione e distruzione di aziende e lavoro». «Forse ha aggiunto Simonetti è necessario ripiegarsi in un dibattito e decisioni nel quadro anche dell’utilizzo dei nuovi fondi europei molto concreti ed efficace per superare l’industria del debito e puntare su innovazione, attività produttive e lavoro».

La nuova società avrebbe competenze in tutto il territorio. Nell’impianto legislativo, inoltre, è previsto il passaggio dei dipendenti dell’Asi alla nuova società con trasferimento degli impianti e la definizione di un organico tarato sulla nuova missione che viene molto ridotta. Una quota degli attuali organici dei consorzi potrà essere trasferita ai nuovi gestori pubblici. «Si tratta ha ricordato Simonetti di norme, percorsi e tempi che dovranno fare i conti con l’abrogazione di leggi, con i comportamenti dei creditori pubblici e privati dell’imponente debito dell’Asi ed anche con la valutazione delle varie forze in campo».

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