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LIGORIO E L’UFFICIO PASTORALE SOCIALE INCONTRANO IL MONDO DEL LAVORO 

“Al distanziamento sociale si è affiancata la distanza sociale ed economica, meglio chiamarla ingiustizia

Incontro dell’Arcivescovo e l’Ufficio di Pastorale sociale e del Lavoro con le associazioni sindacali e datoriali Nel pomeriggio di ieri 21 dicembre 2020 presso il salone del Sacro Cuore della cattedrale di San Gerardo a Potenza, Sua Eccellenza Mons. Ligorio e l’ Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro, con la sua direttrice la dott.ssa Simona Loperte, coadiuvata da Don Salvatore Dattero, hanno incontrato il partenariato sociale del mondo del lavoro, in particolare le associazioni sindacali e datoriali per rileggere l’operato del mondo del lavoro alla luce del Santo Natale. Il Dio che si fa uomo per noi, ha voluto sperimentare l’essere bambino, creatura fragile e vulnerabile.

In questo anno così difficile, si è avvertita forte la fragilità e la vulnerabilità del genere umano minacciata da un virus invisibile che ha seminato lutti e sofferenze, ha sconvolto le abitudini di vita ed ha reso ancora più drammatiche le condizioni di vita di tanti, che già vivevano al di sotto della soglia della sopravvivenza. Al distanziamento sociale, così necessario per interrompere la trasmissione del virus, si è affiancata una sempre maggiore distanza sociale ed economica, meglio chiamarla ingiustizia, che la pandemia ha reso ancora più acuta ed evidente, soprattutto per coloro che, restando esclusi dal mondo del lavoro, si vedono privati del diritto fondamentale di essere artefici del proprio destino, di migliorare la propria condizione e la società in cui vivono. «Ci si salva soltanto insieme», ha detto di recente Papa Francesco. Insieme, vuol dire tutti, nessuno escluso. Tutti sono chiamati, ciascuno col proprio ruolo, a lavorare insieme, a fare squadra per sanare tali distanze sociali e economiche cogliendo l’opportunità di questa crisi così profonda per imprimere alla società, all’attuale modello di sviluppo un cambio radicale di passo superando questo “sistema ingiusto alla radice”. Ogni parte della comunità ha una sua propria responsabilità e gioca un ruolo di grande importanza nel delineare possibili strategie per costruire un futuro migliore per il mondo del lavoro, ad esempio, promuovendo il lavoro dignitoso, estendendo i sistemi di protezione sociale a tutti i lavoratori, eliminando tutte le disuguaglianze, così come evidenziato dall’ultimo report dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro-ILO.

Il lavoro e la centralità della persona umana nel lavoro devono essere al centro delle agende politiche a tutti i livelli. Alla luce del piano per la ripresa, chiamato piano Generazione Futura UE, approvato da tutti i Capi di Stato e di Governo nel Consiglio Europeo, ai Paesi membri viene offerta la possibilità unica, forse irripetibile, di disporre di risorse consistenti per compiere riforme strutturali in grado non soltanto di garantire l’uscita dalla crisi, ma soprattutto di assicurare prosperità e benessere per le nuove generazioni, con un nuovo modello di crescita più sostenibile. L’obiettivo vuole e deve essere quello di tracciare un orizzonte sostenibile per le giovani generazioni garantendo condizioni di maggiore inclusione e coesione sociale, così come anche auspicato dal Green Deal, ossia dalla nuova strategia europea per la crescita. In tale contesto, la 49° settimana sociale dei cattolici italiani – Il Pianeta che speriamo – Ambiente, lavoro e Futuro #tuttoèconnesso (https://www.settimanesociali.it/settimane_sociali/ 49a-settimana-sociale/) intende dare un contributo per sostenere e orientare la formazione di un nuovo modello di sviluppo ispirato alla sostenibilità integrale per attuare una resilienza trasformativa, il cui obiettivo è quello di accrescere le capacità di resistenza di un sistema implementando un nuovo modello di sviluppo. Assumendo la Laudato sì quale piattaforma ideale di un lavoro di ricerca comune e di sperimentazione sociale, si vuole costruire un metodo sinodale capace di coinvolgere i diversi portatori di interesse nelle fasi di preparazione, realizzazione e nel dopo settimana sociale. I sindacati, chiamati a “fare giustizia insieme”, le associazioni datoriali a creare lavoro buono puntando sulla cooperazione e l’inclusione sociale, non possono che essere fra i principali protagonisti di questo nuovo modello attraverso il quale consegnare alla nostra amata terra un mondo del lavoro più giusto e fraterno, via maestra per vivere questa crisi come una reale opportunità di sviluppo integrale per tutti, nessuno escluso.

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