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VACCINI ANTI COVID, IL “CAOS CALMO” DELLA REGIONE E LA POSSIBILITÀ CHE LA DISORGANIZZAZIONE SI RIPETA

Dal piano della campagna, alle gare e ai bandi per i “frigoriferi” e il personale: le altre regioni s’organizzano, in Basilicata non si sa

Ancora non chiusa, per lineare inefficienza sia politica che amministrativa, così come documentata dagli atti, la vicenda dei vaccini antinfluenzali, già nuove nubi si stagliano all’orizzonte per quelli anti Covid. Un po’ in tutte le regioni di Italia, anche a seguito dell’annuncio fatto, in merito alla distribuzione, dal Commissario nazionale per l’emergenza, Domenico Arcuri, c’è fermento. E non tanto, o almeno non solo, per via del fatto che il Commissario abbia chiesto a tutte le Regioni un piano di fattibilità della campagna. Le Regioni devono organizzarsi in maniera autonoma, tanto sul versante organizzativo che su quello economico, relativamente a una pluralità di aspetti. Ovunque c’è fermento, tranne che in Basilicata. Circostanza che appare come un primo campanello d’allarme. Più, accade puntualmente, il governatore Bardi e l’assessore regionale alla Sanità, Leone, s’affannano a rassicurare con le chiacchiere, più nella realtà le cose vanno nella direzione opposta: verso il peggio. Così si è passati dall’irrilevante, al sistematicamente irrilevante.

La prassi politica del pediatra e dell’ex generale della Guardia di Finanza, prevede, come confermato anche nell’ultimo Consiglio regionale di giovedì scorso, il ricorso poi all’affermazione, ormai per loro un must irrinunciabile, «sono delle difficoltà di carattere nazionale». Ma così, ovviamente, non è. Leone, poi, sui vaccini antinfluenzali pochi giorni fa ha anche rassicurato sul fatto che «fino a 15 giorni prima che arrivi l’epidemia, si fa in tempo a vaccinare». «Da noi ha aggiunto in Aula l’epidemia, non arriva mai prima di fine gennaio, metà febbraio». Peggio ancora ha rincarato il governatore Bardi che ha pubblicamente ammesso, cosa ancora più grave anche alla luce del progetto di declassare la Stazione unica appaltante regionale (Sua-RB) a suo ufficio speciale, di riuscire a procurare dosi «attraverso conoscenze personali».

Sul fronte vaccini anti Covid, 2 gli elementi principali dai quali discendono gli altri: l’indicazione della platea della prima tranche di beneficiari e le pratiche, con eventuali bandi o gare di appalto, per la cura degli aspetti logistici. A partire dai frigoriferi, per esempio, per lo stoccaggio delle dosi: alla Basilicata rispetto ad altre regioni ne servono di meno, ma come li ha già, potrebbe anche non averli a disposizione. Dal Commissario Arcuri è stato reso noto che i punti di somministrazione individuati in Basilicata sono 5. Altri dettagli riguardano il personale da impiegare per la somministrazione: circa 212 tra medici e infermieri, circa 58 tra Oss e amministrativi. La Regione si sta realmente preparando? Già quando le cose sono ampiamente programmate, almeno su carta, si pensi ai «3mila tamponi al giorno» come previsto da luglio scorso, ma come ancora oggi non accade, le cose non vanno. Adesso che il tempo stringe chissà. In ogni caso ci sono sempre i “soccorsi istruttori”, come per i vaccini antinfluenzali di Puglia e Lazio, e come ultima spiaggia, «le conoscenze personali». Tanto ci sarà sempre un Sileri pronto a tornare in Basilicata, per dire: “va tutto bene”.

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