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MAXI PARCELLA ALL’AVVOCATO: IL CASO DEL SAN CARLO TORNA IN APPELLO

Per difesa al Consiglio di Stato, chiesti da Malinconico 234mila euro: ma i conti non tornano

Torna in Corte d’Appello il caso delle parcelle in favore dell’avvocato Giovanni Malinconico da parte dell’Azienda ospedaliera regionale San Carlo di Potenza. La Cassazione ha accolto il ricorso dell’Aor del capoluogo. L’ospedale San Carlo aveva conferito, con due distinte deliberazioni del Direttore Generale del 2006, un incarico professionale all’avvocato Malinconico per resistere in due giudizi di impugnazione al Consiglio di Stato. All’esito delle cause, era insorta una controversia tra le due parti in relazione alla liquidazione del compenso spettante al professionista. Malinconico, ottenuto nel 2008 il parere di congruità dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Latina, inviò all’Azienda Ospedaliera due distinte parcelle: ciascuna per la somma di 115mila euro. Parcelle calcolate, inoltre, con applicazione dei valori tariffari riferiti allo scaglione previsto per le cause di valore di 25milioni di euro, tenuto conto dell’importo della gara e di quello del contratto, che sarebbe stato stipulato con l’aggiudicataria nel quinquennio, che costituivano l’oggetto dei giudizi amministrativi nei quali aveva prestato la propria attività. In conclusione, da Malinconico la richiesta complessiva di 234mila euro. Da parte sua l’Aor ha contestato l’applicazione dello scaglione per il valore di 25 milioni di euro, ritenendo invece corretto quello per le cause di valore indeterminabile. Non trovando accordo, Malinconico proseguì per vie giudiziare al Tribunale di Latina.

Persa la causa in primo grado, parzialmente vinta in Appello a Roma, con la condanna dell’Aor San Carlo a pagare 70mila euro in favore di Malinconico, oltre interessi. Questa la sentenza impugnata dall’Ospedale del capoluogo. L’Aor ha reiterato le motivazioni a favore del «valore indeterminabile», dato anche che l’oggetto delle cause era l’annullamento di un atto amministrativo illegittimo, «che non avrebbe comportato alcun vantaggio economico all’Azienda Ospedaliera, essendo irrilevanti, poi, il valore base della gara, non coincidente con quello effettivo, così come il valore delle prestazioni». Anche la Cassazione, non si è trovata con i Conti dell’Appello. Considerando, per esempio, in base allo scaglione valore indeterminabile, la dimostrata attività di studio, 4mila euro, di consultazioni, 2mila euro, e di memoria di costituzione, 4mila euro, il risulato sarebbe «comunque di gran lunga inferiori ore rispetto a quanto liquidato dalla Corte d’Appello».

Per questo e altri motivi, cassata la sentenza impugnata e disposto il rinvio ad altra sezione della Corte d’Appello di Roma che provvederà alla liquidazione dei diritti e degli onorari dovuti in favore dell’avvocato Malinconinco, facendo applicazione, in relazione alla tariffa di cui al relativo Decreto ministeriale del 2004, dello scaglione previsto per le cause di valore indeterminabile.

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