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MATERA: DOVE C’È CARITAS, CI SONO GLI “ANTICORPI” DELLA SOLIDARIETÀ

Il direttore Cammisa: «La nostra forza, mensa don Giovanni Mele, centri di accoglienza e ascolto parrocchiali, fondi solidali, assistenza famiglie»

Gli ultimi pprofondimenti demoscopici della Caritas confermano che in Italia, già in fase pre-pandemica il numero dei poveri assoluti era raddoppiato e così quando il Covid ha colpito, sono comparsi i “nuovissimi poveri”, tutti quelli cioè che non hanno più un cespite. Oggi una persona su due che si rivolge alla Caritas lo fa per la prima volta e spesso per chiedere un piatto caldo. <<Da quando è scoppiato il Covid racconta a Cronache Lucane Anna Maria Cammisa, direttrice della Caritas diocesana di Matera durante il lockdown totale, la mensa “Associazione don Giovanni Mele” rimase chiusa e il servizio fu sospeso.

Poi ci siamo riorganizzati e si è tornati a cucinare e anche per tante persone, ma il pasto, consistente in un primo, un secondo più contorno, la frutta e una bottiglietta d’acqua, ora servito in vaschette, è distribuito e consumato fuori dalla mensa dove a mezzogiorno affluiscono sia i bisognosi abituali che quelli occasionali e talvolta si raggiungono anche le 80-90 persone al giorno. Ma il nostro impegno, prosegue Cammisa, non finisce qui: «Seguiamo le famiglie meno abbienti attraverso i centri di ascolto delle Caritas parrocchiali; famiglie che durante tutto questo scorcio di anno sono aumentate del 40% e tra le iniziative Caritas messe in campo c’è stato il “Fondo di aiuto alla povertà educativa” di circa 37mila euro per comprare pc e tablet a ragazzi per la didattica a distanza e un fondo di circa 120mila euro per aiutare 86 piccole aziende materane in difficoltà, dando loro un contributo di sopravvivenza».

La Caritas materana dispone in Via Cappuccini di un centro di ospitalità maschile con 27 posti letto: «Qui accogliamo i senzatetto spiega Cammisa ragazzi migranti, gli ultimi degli ultimi, coloro che neanche nei CAS “Centri di Accoglienza Straordinaria” hanno trovato alloggio. Noi li aiutiamo a regolarizzare la loro posizione, ma accogliamo anche persone del posto che non sono nelle condizioni di pagarsi un fitto. Non si tratta di ospitalità a tempo indeterminato, noi li aiutiamo a uscire dalla loro situazione di emergenza affinché possano riconquistare la propria individualità e non è sempre facile, ma noi ce la mettiamo tutta!» Il cuore pulsante della Caritas dunque non si ferma mai: «Noi siamo aperti h24 afferma con emozione Anna Maria Cammisa perché anche di notte i carabinieri ci chiamano per dare ospitalità e soccorrere qualche clochard che gira per le strade e anche la mensa non chiude mai, è aperta tutti i giorni 365 giorni l’anno.

Stare a contatto di chi non ha la possibilità di vivere una propria vita conclude la direttrice è un messaggio di dolore e di speranza nello stesso tempo e poi noi abbiamo la solidarietà di tutta la comunità materana perché il povero non è a carico dell’individuo ma di tutta la comunità e se lo aiutiamo a stare meglio, stiamo tutti meglio e le assicuro che la gratificazione che se ne ha è aver fatto un atto di amore perché la carità è amore puro».

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