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ACTA: NUOVO BANDO PUBBLICO, VECCHI “METODI” CI SAREBBE GIÀ IL NOME DEL “PREDESTINATO”

Per il ruolo da dirigente tecnico, con avviso “stringente” dell’au Naborre, le voci puntano sul compagno di partito Marsicano: ma Guarente non sarebbe “contento”

Si “arricchisce” di un nuovo capitolo la saga, pare a questo punto “infinita”, dell’Acta. Seppur, questa volta, il capitolo potrebbe, con un’assonanza inaspettatamente romanzata, assumere dei connotati “ectoplasmatici”. Ma andiamo con ordine. Proprio da queste colonne alcuni mesi fa preannunciammo, ancor prima che fosse bandito l’avviso pubblico, quale sarebbe stato il nome del nuovo amministratore unico dell’Acta, la municipalizzata che si occupa di rifiuti a Potenza. Notizia talmente attendibile che il capo gruppo di Idea in consiglio comunale, Antonio Di Giuseppe, uscì prontamente con un comunicato stampa in cui faceva gli auguri a Naborre e sempre ancor prima che fosse pubblicato l’avviso. Poi, come la storia ci ha consegnato, effettivamente la scelta del sindaco Guarente ricadde proprio su Naborre, dopo una procedura che a questo punto può definirsi inutile (per non usare termini ben più conferenti visto che toccherà ad altri che se ne stanno occupando qualificare la fattispecie).

IL NOME

Evidentemente il metodo è piaciuto al punto che l’amministratore unico Naborre ci ha preso gusto. Questa volta c’è da nominare un dirigente tecnico e un resposabile tecnico. Ma anche in questo caso pare che, per uno dei due, il nome già ci sia. E quindi anche l’avviso pubblico per la ricerca di questa nuova figura dovrebbe fare la stessa “inutile“ fine dell’altra procedura. Il nome che circola da ieri, cioè da non appena l’avviso è stato pubblicato, e’ quello dell’Ingegner Marsicano, compagno di partito di Naborre e candidato non eletto alle scorse regionali proprio con Forza Italia, con nel curriculum una lunga esperienza da dirigente dell’azienda “ProgettAmbiente” che, come si legge sul sito dell’azienda, «opera da diversi anni nel settore della tutela ambientale».

Anche se, a dirla tutta, una differenza “concettuale” ci sarebbe rispetto al passato: se per quanto concerne la nomina di Naborre, come di già vi raccontammo all’epoca, le maglie della procedura vennero in teoria “ammorbidite”, con la scelta di criteri molto più “liquidi”, in questo caso, al contrario, le richieste parrebbero essere in teoria più “chirurgiche” e stringenti. Ad esempio, nell’articolo 5 dell’avviso “Requisiti Specifici”, viene indicato, come unico titolo, quello di «Laurea specialistica nelle classi di Ingegneria in base al vigente ordinamento degli studi universitari». A rendere ancora più stringente la selezione, la necessità per il candidato di «aver svolto attività almeno quinquennal in funzioni dirigenziali di carattere tecnico in aziende pubbliche o private esercenti attività di igiene ambientale». Un profilo estremamente specifico a cui, probabilmente, in pochissimi potrebbero concretamente corrispondere. Proprio in relazione alla “severità” delle richieste, le voci punterebbero sul citato compagno di partito, tecnicamente all’apparenza rientrante nei parametri prescelti.

REPETITA (NON) IUVANT Stavolta però, pare che il “metodo” non sia stato particolarmente “gradito” al sindaco Guarente, il quale aveva sì puntato – con questo metodoa Naborre, tenendo contenta Forza Italia, ma per poi piazzare un uomo della Lega, il suo partito, a direttore della partecipata. Ecco perché venuto a conoscenza dei fatti, il sindaco pare si sia inalberato e non poco con Naborre. Mettendo finanche a rischio il rapporto fiduciario. Anche perché, pare, che la Giunta, quindi il sindaco e, sostanzialmente, la “proprietà” dell’Acta, non fosse pienamente al corrente, a 360° gradi, dell’iniziativa. Seppur, parrebbe che Naborre abbia sin dagli albori della sua instaurazione, richiesto l’affiancamento di figure dirigenziali, specialmente, appunto, di stampo tecnico e amministrativo.

Una richiesta, teoricamente, difficile da metabolizzare dalla partecipata del Comune, che vive un segmento di contrazione finanziaria particolarmente complesso e difficile, causa innanzitutto mancati introiti dal pagamento della Taric, e che, con l’aggiunta di due novelle figure di rilievo (visto l’avviso pubblico, con la intellegibile volontà di pescare dall’esterno dell’organico di già presente all’interno dell’azienda, lasciando in teoria le maestranze interne a “bocca asciutta”) andrebbe ulteriormente ad aggravare la sua situazione. Una situazione così pesante che, sembrerebbe che l’Acta stessa abbia difficoltà concrete persino ad estinguere completamente debiti di già pendenti coi fornitori. In quest’ottica, il “doppio” avviso, relativo come detto al dirigente tecnico e al responsabile tecnico, peserebbe e molto teoricamente. Un avviso che, per certi versi, vista una certa vicinanza “semantica” delle mansioni da predisporre nell’effettività dell’azione dei due roli, avrebbe potuto anche esser probabilmente “accorpato” e valutato come diretto ad una singola figura, andando in teoria a ridurre gli ipotetici costi.

TELESCA: «IL BANDO VIVE SU DI UN DUPLICE ERRORE»

Lungamente battutosi già all’epoca della nostra inchiesta sulla procedura che portò alla nomina di Naborre, il consigliere comunale e capogruppo di Italia Viva Vincenzo Telesca, ha discusso con Cronache del novello bando promulgato da Naborre. «La questione ha detto Telesca vive su di un duplice errore: il primo, relativo a quella che pare una estrema “severità” delle richieste del bando. Nel bando relativo a Naborre, in sostanza poteva partecipare chiunque data la grandissima apertura a livello di requisiti. Invece, nel caso del dirigente tecnico, le richieste sono oggi molto più stringenti. Così stringenti che portano a porsi se lo stesso non sia stato “cucito” addosso ad un nome specifico». «Il secondo errore ha asserito Telesca di stampo politico, è che, in quanto amministratore unico dell’Acta, si dovrebbe avviare un’iniziativa del genere solo dopo aver condiviso la stessa con la proprietà, ovvero il Comune, magari indicendo un apposito tavolo in cui discutere approfonditamente della questione, vista la presenza di scelte di peso politico ed economico, del profilo che dovrebbe rivestire un ruolo così di rilievo.

È giusto fare ha asserito Telesca due bandi, uno per il dirigente e uno per il responsabile? Quindi: si aumenta la spesa, in modo non condiviso con l’amministrazione in un momento non facile economicamente per la stessa azienda». C’è da giurare però che la questione di qui a breve potrebbe rientrare. Naborre, infatti, è ancora nei sei mesi “di prova“ contrattualmente disciplinati. Cosa accadrà? Andrà dritto per la sua strada mettendo a repentaglio il posto di amministratore o addiverrà a più miti consigli ritirando il bando e conservando la poltrona? Al momento della redazione dell’articolo, non è chiaro se il bando sia ancora “in esecuzione”, ma dalle indiscrezioni, dietro le quinte pare vi sia un “ribollire” correlato proprio alla questione bando.

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