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MONTEMURRO, PARCO EOLICO: PER UNA MANCIATA DI GIORNI, LA REGIONE RIESCE A SPUNTARLA AL TAR

11 pale per 33 Mw di potenza complessiva: dal 2013, però, lavori mai nemmeno iniziati. Per la Fri-El Servigliano si complicano i piani

Parco eolico della bolzanese Fri-El Servigliano Srl in Basilicata, 11 pale da 3 MW l’una per una potenza complessiva di 22Megawatt: il Tribunale amministrativo regionale (Tar) della Basilicata ha messo la parola fine. Sul mega Parco eolico a Montemurro, in località “Cornaletto”, “Costa Molina”, “Tempa del Demanio”, “Serra del Mancuso” e “Piano Parete”, la società bolzanese ha perso la causa intentata contro la Regione Basilicata: la chiesetta di Madonna di Servigliano ha vinto. Nella zona, come emerge dalla documentazione relativa al rilascio del giudizio favorevole di compatibilità ambientale, la FriEl Spa già risultava avere 36 turbine realizzate con un primo progetto del 2002, e altre 26 realizzate, invece, nel 2006. La genesi della vicenda del nuovo Parco va collocata al 2013, allorquando la Regione, dopo aver richiamato il parere favorevole del Comitato tecnico regionale (Ctr) per l’Ambiente, rilasciava il giudizio favorevole di compatibilità ambientale, stabilendo i termini di 1 anno per l’inizio dei lavori e di 5 anni per la loro ultimazione.

Con successivo atto, del 2015, la Regione precisò che il termine di ultimazione di 5 anni iniziava a decorrere dall’ottobre del 2013. I lavori però non solo non sono mai stati fatti 7 anni fa, ma, ad oggi, «ancora non sono iniziati». C’è di più. La Regione sembra aver fatto di tutto per permettere alla società di Bolzano di costruire il Parco eolico, ma nulla. Il termine di 1 anno per l’inizio dei lavori è stato più volte prorogato dall’ufficio Energia, fino, nell’ultima circostanza, al 30 giugno del 2018. Sennonchè il giorno prima, il 29, dalla Fri-El Servigliano Srl, subentrata alla Fri-El SpA, l’ennesima richiesta di proroga sia di un altro anno per l’inizio dei lavori, che di altri 3 anni per la validità delle autorizzazioni ambientali che, rilasciate nel 2013, dopo 5 anni stavano per perdere validità. Di qui, nel 2019 la sospensione del il Dirigente dell’Ufficio Compatibilità Ambientale della Regione Basilicata ha sospeso del procedimento, poiché, tra le altre cose, da ripresentare la domanda di autorizzazione paesaggistica.

A risultare dirimente per la risoluzione della controversia giuridica, una manciata di giorni. Per la società, l’autorizzazione paesaggistica era da intendersi già prorogata fino al novembre scorso per via della legge 112 del 2013. Dalla Regione, però, la tesi è stata disattesa poiché, la legge citata riguardava le autorizzazioni in corso di efficacia al 9 ottobre del 2013, mentre l’autorizzazione paesaggistica del mega parco eolico a Montemurro era stata rilasciata il 29 ottobre di quell’anno. Per il Tar di Basilicata, da parte della Regione, nessun «eccesso di potere». Tra l’altro non solo i lavori «ancora non sono iniziati», ma neanche la società può appellarsi, come da regolamento dell’Unione Europea, alle «cause di forza maggiore», cioè agli impedimenti «oggettivi, non imputabili, anche a titolo di colpa, o gli eventi inevitabili ed imprevedibili». Inadempiente. Per questi e altri motivi, dal Tar lucano la parola fine sul parco eolico da 33Mw a Montemurro.

Ferdinando Moliterni

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