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TUMORE AL SENO, DE FILIPPO SI IMPEGNA PER I TEST GENOMICI: IL PLAUSO DELL’ANISC

L’Associazione Nazionale Italiana Senologi Chirurghi soddisfatta per l’emendamento del deputato di Italia Viva che istituisce un Fondo per garantire gli esami

Il tumore della mammella è in assoluto il più frequente in Italia. Nel 2020, sono stati quasi 55mila o nuovi casi (54.976), davanti al colon-retto (43.702) e al polmone (40.882). I test genomici, in alcune tipologie di pazienti pari a circa il 10-20% del totale, consentono di prevedere il rischio di recidiva e, quindi, di escludere la chemioterapia in aggiunta all’ormonoterapia, evitando inutili tossicità. Ma, ad oggi, solo la Lombardia e la Provincia Autonoma di Bolzano ne hanno approvato l’utilizzo nelle loro sistema sanitario e anche la rimborsabilità pur trattandosi di una tematica dibattuta a livello nazionale. Per sensibilizzare i sistemi sanitari regionali il deputato lucano di Italia Viva, Vito De Filippo ha presentato un emendamento per istituire un “Fondo per i test genomici per il carcinoma mammario in stadio precoce”. La costituzione di questo Fondo permetterà «a partire dal 2021 nello stato di previsione del Ministero della Salute una dotazione iniziale pari a 20.000.000 euro, destinato al rimborso diretto delle spese per l’acquisto da parte degli ospedali pubblici che privati convenzionati, di test genomici per il carcinoma mammario ormonoresponsivo in stadio precoce». Questo emendamento presentato da De Filippo si mostra come una “rivoluzione” nel campo dell’oncologia precoce, che vede spesso l’“abuso” della chemioterapia anche in quelle pazienti che potrebbero, invece, grazie all’utilizzo dei test genomici individuare la terapia più adeguata per loro. Le più importanti linee guida internazionali raccomandano l’esecuzione dell’analisi per le donne con neoplasia in stadio iniziale per evitare chemioterapie. Ne sono coscienti anche i membri dell’Associazione Nazionale Italiana Senologi Chirurghi (ANISC), associazione che riunisce circa 300 Chirurghi su tutto il territorio nazionale dedicati al trattamento del carcinoma mammario, che si dice soddisfatta per l’emendamento de rappresentate lucano di Italia Viva. È il presidente dell’Anisc, il Prof. Mario Taffurelli, che in una lettera elogia il lavoro svolto dal deputato di Italia Viva De Filippo: «La ratio degli emendamenti – che condividiamo appieno e che con la presente intendiamo portare alla Sua attenzione – è garantire ad una categoria specifica di donne, con determinate caratteristiche del tumore, di evitare chemioterapie inutili attraverso un trattamento personalizzato sulla base di informazioni genomiche garantite da questo tipo di test oggi disponibile sul mercato. Le principali Associazioni di pazienti oncologici e le maggiori Società scientifiche di settore, nazionali e internazionali, da tempo richiedono fortemente la rimborsabilità a livello nazionale dei test multigenici a scopo prognostico e predittivo, sulla scia di quanto già avviene nella maggior parte dei Paesi Europei e dell’iniziativa di alcune Regioni italiane (oggi in Italia sono pochissime le realtà regionali, tra cui Regione Lombardia, la Provincia autonoma di Bolzano e da pochissimi giorni anche Regione Toscana che prevedono tale rimborso)». «Estendere l’utilizzo dei test – permettendo un equo accesso a tutte le donne indipendentemente dalla Regione di residenza e dal reddito – ci sembra non solo una questione di civiltà continua la lettera- garantendo un sostanziale e significativo miglioramento della qualità di vita di tutte quelle pazienti, e dei loro familiari, per le quali la chemioterapia risulterebbe inutile, ma anche un’importante razionalizzazione delle risorse oggi disponibili: si stima, infatti, un risparmio economico rilevante per il Sistema Sanitario Nazionale dovuto a circa il 50-75% di chemioterapie in meno (che si aggiungerebbero agli importanti risparmi di carattere personale e sociale per le persone che non devono esserne sottoposte).Inoltre, in questa fase di emergenza sanitaria, l’utilizzo del test eviterebbe a persone per le quali risulterebbe la chemioterapia inutile, di abbassare le proprie difese immunitarie e di esporsi ad ulteriori rischi di contagio da Covid-19, alleggerendo, infine, il carico per gli ospedali, già sottoposti a forte stress organizzativo». «Il nostro auspicio è, quindi, che non si perda questa opportunità e che Lei possa dare il Suo fondamentale supporto all’approvazione dei suddetti emendamenti. Restando a Sua disposizione per qualsiasi necessità di informazioni o chiarimento, La ringrazio in anticipo per la Sua attenzione e per il Suo sostegno» conclude il prof. Mario Taffurelli.

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