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«È CERTO CHE LA FIRMA È ARTIFICIOSA»

Aliandro e la delega a Coviello: la consulenza del grafologo Angeloni getta ulteriori ombre

Tra la firma originale del consigliere regionale della Lega Aliandro e quella in calce alla delega in favore del capogruppo del Carroccio in Regione, Coviello, così come depositata in IV Commissione per acquisire il diritto di voto, «esistono differenze abissali». A scriverlo nero su bianco in una consulenta tecnica è uno dei massimi esperti italiani in materia calligrafica: il dott. Guido Angeloni. Al grafologo professionista Angeloni, già docente universitario in grafologia, nonché grafologo giudiziario, il collaboratore di Cronache Lucane ha chiesto il «parere» tecnico sulle 2 firme in questione. Sulla seduta della quarta Commissione del 12 novembre potrebbe gravare l’ipotesi di falso ideologico, se non addirittura in atto pubblico. Angeloni munitosi degli strumenti del mestiere ha isolato i “luoghi del delitto”, pochi centimetri di carta, col nastro “scena del criminenon oltrepassare” e con numeretti e gesso ha modellato la consulenza. Le emergenze investigative non lasciano margini di equivocità: tra le 2 firme «esistono differenze inconciliabili».

PERIMETRAZIONE
Già a colpo d’occhio, il prof. Angeloni ha evidenziato come «le due firme sono così diverse che un primo dato si impone da sé: è da escludere che una firma costituisca l’imitazione pedissequa dell’altra, e viceversa». In termini tecnici, ha precisato Angeloni, il fenomeno è detto «imitazione di fantasia». L’ipotesi che poi ha approfondito, si dirama lungo due direttici: chi appone la firma per conto di altri, «non possiede un modello autografo, cosicché improvvisa», oppure «l’imitatore ha anche l’esigenza di dissimulare la propria motricità grafica, per cercare di cautelarsi dal rischio che possa essere individuato». Tra i dati preliminari appuntati, anche quello riguardante l’età di Aliandro, classe ‘86: «la persona interessata ha poco più di trenta anni e eventuali differenze marcate tra le due firme non possono dipendere dall’età, anche a voler supporre che le stesse non siano coeve».

LE «DIFFERENZE INCONCILIABILI»
Ogni persona difficilmente nel riprodurre la propria firma, riesce a farla sempre identica. Tuttavia, la cosiddetta «variabilità soggettiva», in linea generale, è caso da escludere quando occorrono plurime e marcate «differenze di ordine qualitativo». Angeloni nel caso del giallo in Commissione ne ha elencate 7 con all’ottavo punto una postilla: «Si potrebbe continuare».Prima difformità: «la pressione». Nella firma “incriminata”, quella della delega a Coviello e da lui depositata, «il tratto discendente della A è molto più marcato del tratto ascendente», mentre nella firma autentica di Aliandro «tale fenomeno è assente». Inoltre nella firma “incriminata”, c’è «mancamento del tratto per sollevamento della mano», mentre in quella autentica no. Seconda anomalia: l’anello. Studiato anche il collegamento a “convolvolo”, o “anello”, degli apici, che nella firma originali «sono angolosi».

Terza irregolarità: la A. Diversità «nel lungo taglio della lettera A ha chiarito Angeloni -, che è scritto molto lentamente, con pesantezza della mano, con il tutto che sembrerebbe innaturale». Nella firma “incriminata”, inoltre, dal confronto con l’originale, nella A di Aliandro «appare non genuino anche il gesto affievolito, ipotonico,snervato di risalita».Vi è poi il tema degli «inceppi», le «spezzate», che sono «completamente assenti» quando Aliandro firma, e che al di là del confronto tra “incriminata” ed “autentica”, appaiono nella prima, comunque «innaturali».

Divergenza numero 5: le «deviazioni». Nel documento di delega, nome e cognome sono scritti con «innumerevoli deviazioni di traiettoria, non spiegabili in una firma non artificiosa». In ogni caso, inoltre, «tali deviazioni sono incompatibili» con la natura della firma autentica.Sesto punto: «l’incoerenza». Cerchiato l’abisso «nella incoerenza di traiettoria tra la risalita della A e l’avvio del taglio».

Dall’«incoerenza» della firma «incriminata» al «maldestro» della stessa. L’ultima incompatibilità qualitativa, è «nella iconografia molto lenta, maldestra, tremula, stentata e grossolana della “l” , il che emerge in sé e persé ed è ribadito dalla “l” della firma originale».

IL BILANCIO: LE CONCLUSIONI
Carte ed emergenze alla mano, per il grafologo Angeloni «è indiscutibile che le due firme sono diverse e che sembrano incompatibili».La firma “incriminata” «è artificiosa», cosicché «è legittimo sostenere che l’autore della stessa abbia avvertito l’esigenza di mascherare la propria motricità grafica».

E ancora: «Le differenze tra le due firme non possono appartenere ad un ambito di variabilità genuino», in quanto nella firma “incriminata” «si ravvisa un atto di dissimulazione».Per questi e altri motivi ancora, per l’esperto grafologo Angeloni, per la firma “incriminata”, che «è artificiosa, in quanto è “dissimulata”», «è molto probabile che sia stata vergata da una persona che ha “imitato a fantasia” una firma autografa del signor Aliandro, e che aveva nel contempo la necessità di occultare la propria “personalità grafica”, perché conosciuta».C’è da precisare che la consulenza dello stimato professore e’ stata redatta d’urgenza, ma bastevole per una inchiesta giornalistica che non vuole assurgere o sostituirsi a gli organi competenti che certamente con maggiori strumenti e con maggiore attenzione potranno valutare davvero come siano andate le cose.

LE REAZIONI SCOMPOSTE E INFLUENTI
Intanto registriamo la replica di Aliandro. Una replica che a tratti intenerisce. Perché il consigliere pare giustificarsi relativamente a un aspetto che per Angeloni e’ quasi marginale: «Le due firme rispetto alla scansione cognome – sono elaborate in maniera opposta». E sul punto Angeloni liquida il caso come strano ma non dirimente: «Supponendo -afferma il grafologo- che il signor Aliandro elabori la sua firma sempre nell’identico modo, il che è norma, allo stato non si può dire se egli scriva prima il nome, come è quasi naturale, oppure se scriva prima il cognome. Inoltre, non si può nemmeno escludere, per quanto sarebbe un fenomeno molto raro, che egli alterni le due modalità. Dal punto di vista considerato sinora, dunque, non se ne ricavano indicazioni utili». Aliandro, insomma, si difende sull’unico punto che non gli e’ contestato. Tra l’altro, a volerla dire tutta, a lui non è contestato proprio nulla. Giacché se la firma dovesse risultare falsa, di certo non sarebbe per mano di Aliandro.

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