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PANDEMIA E USURA: IL “CAPPIO” CHE SOFFOCA PRIVATI E AZIENDE

Strozzinaggio in crescita del 9.6%, altissimo il rischio in Basilicata e a Matera: ne abbiamo discusso con Festa di “Famiglia & Sussidiarietà”

Accade, nei momenti di grande e generalizzata crisi economica, che proprio quelle istituzioni o enti che dovrebbero garantire un supporto economico ai cittadini in difficoltà, diventino inaccessibili e negando essi stessi aiuti, si trasformano nei primi “nemici” di chi si trova in situazione debitoria ed è proprio allora che strisciante s’insinua lo strozzino del prestito che si presenta sempre come un fidato e provvidenziale “amico”. La Basilicata occupa purtroppo il secondo posto nella negativa classifica del più alto indice di rischio usura in Italia con il 159,2 vale a dire il 59,2 % in più rispetto alla media. Matera e provincia non sono affatto esenti da tale fenomeno e dunque ne abbiamo parlato con il presidente materano di “Famiglia & Sussidiarietà”, l’Associazione di Promozione Sociale Antiracket e Antiusura, Angelo Festa che così esordisce : «Qui a Matera siamo l’unica associazione di promozione sociale attiva sul territorio per quanto riguarda l’informazione e la consulenza per chi è in serie difficoltà debitorie o già vittima di usura.

Ma la nostra è anche un’associazione regionale e dunque ci spostiamo anche sul territorio». Il Covid che indubbiamente ha favorito la crisi vi ha ostacolato molto? «Anche in questo periodo di pandemia noi continuiamo comunque ad operare anche perché ci arrivano telefonate di aiuto da persone che in effetti stanno davvero soffrendo». Un vostro intervento recente? «Stamattina per esempio siamo stati a Policoro per assistere una famiglia che aveva bisogno di aiuto; sono imprenditori agricoli in serie difficoltà economiche». Qual è la vostra procedura operativa? «Ci siamo recati in loco, li abbiamo ascoltati ed è stato deliberato un contributo a fondo perduto di 2mila euro giusto per consentire alla famiglia di far fronte a delle spese e scadenze cui diversamente non avrebbero potuto far fronte». Ma chi sono le potenziali vittime dell’usura? «A causa della chiusura parziale o totale delle attività, sono in particolar modo a rischio coloro che sono in cassa integrazione, chi ha perso definitivamente il lavoro e chi ha dovuto chiudere l’attività commerciale.

Tutti costoro, anche se dovrebbero ricevere i ristori da parte di Roma comunque rimangono in serie difficoltà economiche». Quali sono gli interventi normativi auspicabili? «Noi speriamo in una modifica della legge 3/2012 dal titolo “Disposizioni in materia di usura e di estorsione, nonché di composizione delle crisi da sovraindebitamento”, la cosiddetta legge “salva suicidi” , che permette ai cittadini e alle piccole imprese di ridurre la propria situazione debitoria facendo istanza al tribunale di competenza». Modificare in particolare cosa? «Aspettiamo una modifica di quella legge perché ci sono dei paletti molto rigidi che non permettono effettivamente a molte famiglie di potersi sdebitare o di poter ridurre la loro situazione debitoria perché quella legge si basa sul concetto di “meritevolezza del debito” per cui alcuni tribunali considerano la meritevolezza soltanto in funzione dei prestiti che sono stati attivati». Ci fa un esempio pratico? «Sì. Molti tribunali dicono: “Tu hai attivato dei prestiti pur sapendo di non potervi fare fronte e dunque non sei meritevole punto e basta”. Laddove invece dovrebbero fare una considerazione più generale e globale delle motivazioni che hanno indotto a ricorrere a quel prestito». L’iter di modifica della legge 3/2012 a che punto è? «In effetti la modifica a questa legge è già pronta e dovrebbe entrare in vigore a settembre del 2021. Noi come tante altre associazioni antiusura, stiamo chiedendo al governo di anticipare questa parte della legge che riguarda la crisi di impresa e di anticiparla a questo momento e di non aspettare a settembre allorché sarebbe troppo tardi».

Tale legge s’ invoca comunque poco, è vero? «Il vero problema è che sia le persone che le piccole imprese non conoscono la legge 3/2012 e quindi vanno avanti nel buio senza alcun supporto, ecco perché è molto importante fare informazione». Più precisamente voi come associazione cosa fate? «Oltre a fornire un sostegno psicologico alle vittime dell’usura o a chi è in difficoltà economica, noi cerchiamo anche di capire quale potrebbe essere la soluzione perché una soluzione ci deve sempre essere. Credo, infatti che chi ha sbagliato indebitandosi, non debba pagare per tutta la vita questo errore, debba poter pure uscire da questa situazione. Se poi si viene esclusi dal sistema bancario e non si può accedere ai finanziamenti ciò non fa altro che alimentare il lavoro nero e tutto quello che esso comporta incluso appunto il rischio di usura. Tornando all’intervanto odierno, in poche parole, stamattina se noi non fossimo intervenuti, a queste persone non rimaneva altro che rivolgersi ai cosiddetti “amici” che poi si trasformano in usurai veri e propri». Sono molte le denuncie di usura? «Nessuna!». Come mai? «Le denunce di usura non ce ne sono perché in effetti quando uno si rivolge a un cosiddetto “amico”, lo ritiene veramente tale perché gli è andato incontro, ma poi diventa succube di quella persona; ecco perché è importantissimo fare attività di prevenzione partendo proprio dalle scuole».

Le persone che avete soccorso quest’anno? «Se si fa un po’ di analisi, quest’anno oltre 50 famiglie sono state aiutate dalla Fondazione Lucana Antiusura “Mons. Vincenzo Cavalla”». Ricordiamo che il presidente di tale fondazione è Don Basilio Gavazzeni, il parroco da sempre in prima linea nella lotta all’usura tanto che negli anni ‘90 oltre che messaggi intimidatori e minacce, si vide recapitare presso la sua parrocchia di Sant’Agnese una bomba la cui esplosione fece saltare il portone della chiesa. Ebbene? «Ebbene se non fosse stato per la fondazione di don Basilio, queste persone non essendo bancabili non avrebbero potuto affrontare e risolvere i loro problemi economici e sarebbero finiti direttamente nelle mani degli usurai». Le vostre attuali esigenze prioritarie quali sono? «Quello che innanzitutto occorre in questo periodo è avere a disposizione maggiori finanziamenti che siano destinati a fondo perduto, perché chi ha una serie di debiti che si sono accumulati non può per liberarsene accollarsene degli altri.

E poi abbiamo anche chiesto di attivare uno sportello antiusura soprattutto nella zona di Policoro dove la situazione è abbastanza pesante, ma per il momento non abbiamo avuto ancora una risposta da parte dell’amministrazione comunale. Occorre veramente attivare una rete capillare sul territorio per informare i cittadini i quali molto spesso non sono informati e non sanno come fare». In caso di difficoltà qual è il primo passo da fare? «Non esitate a chiamarci al 366.4487510 per un primo contatto diretto e dal quel momento non sarete più soli».

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