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LA PANDEMIA COME «PROVA GENERALE DI UNA RIFORMA EPOCALE CHE SCONVOLGERÀ LA CELEBRAZIONE DEI PROCESSI»

Covid, Giustizia e molto altro: le parole del presidente dell’Ordine degli Avvocati di Potenza Napolitano

La pandemia ha colpito duro, ovunque. È impresa ardua scovare un settore, che sia esso economico, politico o sociale, che non abbia subito almeno qualche contraccolpo negativo dalle tantissime restrizioni che lo scoppio dell’emergenza sanitaria ha reso necessarie. Di questo e del futuro del proprio specifico settore, abbiamo discusso con l’avvocato Maurizio Napolitano, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Potenza. Com’è cambiata la Giustizia al tempo del Covid? «Dal mese di marzo scorso, con l’espandersi dell’emergenza da Covid 19 e le successive necessarie disposizioni di contenimento, la giustizia in Italia è profondamente cambiata ed è stata amministrata con modalità fino ad allora impensabili. Basti pensare alla celebrazione delle udienze civili in trattazione scritta (senza quindi la comparizione delle parti innanzi al giudice)ovvero alla celebrazione delle udienze penali da remoto, in presenza sì, ma attraverso un collegamento telematico sulle piattaforme indicate dal Ministero». La pandemia ha purtroppo imposto notevoli modifiche a tutto campo, in tutti campi.

Come vive la vostra categoria, da un punto di vista strettamente lavorativo, questo cambiamento? «Queste evidenti ed improvvise novità nella gestione delle udienze, sebbene inizialmente abbiano preoccupato tutta l’avvocatura, non l’hanno trovata impreparata. Superate le difficoltà iniziali, gli avvocati hanno dimostrato grande spirito di adattamentoe di collaborazionesenza sacrificare, neppure per un attimo, i diritti e le prerogative difensive delle parti che quotidianamente sono chiamati a tutelare.

Questo è avvenuto anche attraverso la redazione di protocolli sulle modalità di svolgimento delle udienze, redatti insieme ai vertici della magistratura locale. E’ il caso di ricordare che il Ministerodella Giustiziaha lasciato sulle spalle dell’avvocatura e della magistratura la organizzazione e le responsabilità delle attività da svolgersi presso ogni Tribunale e Corte d’Appello, dando però loroun’altra occasione, laddove ve ne fosse stato il bisogno, di dimostrare quanto valgano». Dopo le positività riscontrate al Palazzo di Giustizia di Potenza, che strumenti ha messo in campo il vostro Ordine per tutelare i professionisti ad esso appartenenti? «E’ noto che presso il Palazzo di Giustizia di Potenza alcuni dipendenti e pochissimi avvocati siano risultati positivi al Covid 19, tuttavia pare che tali contagi non abbiano trovato la loro occasione sul luogo di lavoro, ma al di fuori di esso. Questo a conferma della idoneità delle adottate misure di sicurezza volte al contenimento del contagio.

Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, dal canto suo, a tutela dei suoi dipendenti e degli utenti che frequentano quotidianamente i locali del Consiglio, ha contingentato l’accesso agli uffici pur continuando a garantire tutti i servizi edha potenziato l’attività da remoto invitando i propri iscritti ad avanzare le proprie istanze a mezzo e-mail a cui ha garantito comunque sollecita risposta. Inoltre, siamo in attesa di avere il via libera perl’attuazione diunprogetto, redatto unitamente a Cassa Forense, volto aconsentire ad ogni avvocato di sottoporsi gratuitamente altampone sierologico presso un centro convenzionato, eciò al fine di rendere sempre più sicuro lo svolgimento dell’attività professionale». Molte delle attività legate alla Giustizia sono state traslate in digitale, non senza qualche problema tecnico come quello occorso nei giorni scorsi.

Lei crede che l’attività telematica possa divenire uno standard post-pandemia? «La Giustizia telematica non è una novità per gli avvocati. Dal 2015 è ormai attivo il c.d. PCT (processo civile telematico) che ha dematerializzato gli atti del processo civile che ora vengono depositati con modalità esclusivamente digitali. Anche il processo amministrativo, quello tributario e quello contabile, sebbene con diverse modalità, sono ormai del tutto digitalizzati.Ad affacciarsi in questi giorni è invece il processo penale telematico, di attuazione sicuramente più complessa e che ora è limitato alla fase delle indagini preliminari ed a quella immediatamente successiva, ma che presto vedrà una estensione nella sua applicazione, forse anche alla fase dibattimentale. L’evoluzione tecnologica, per quanto possa apparire complicata soprattutto al suo primo affacciarsi, è un processo inarrestabile ed irreversibile, con buona pace di tutti quelli che rimpiangono gli incartamenti processuali immaginando un ritorno al passato quando gli avvocati erano sommersi di carte polverose e fascicoli straripanti di documenti.

A mio sommesso avviso, l’esperienza vissuta in questi mesi è apparsa come la prova generale di una riforma epocale che sconvolgerà definitivamente le modalità di celebrazione del processo, che verosimilmente potrà essere celebrato comodamente seduti alla scrivania, nel proprio studio professionale, senza la necessità di recarsi personalmente innanzi al giudice. E’ evidente che i vantaggi di una siffatta rivoluzione siano enormi, ma è nostro compito far sì che ogni riforma porti con sé, sempre, la più estesa garanzia dei diritti di ogni parte coinvolta nel processo che per essere giusto dovrà necessariamente svolgersi nel rispetto del contraddittorio, in condizioni di parità e davanti ad un giudice terzo così come previsto dalla nostra». DMARC

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