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APPALTI E DANNI, L’“UNO E TRINO” SPERA SCIVOLA PURE SUL «GUANO DI PICCIONE»

Per il Commissario oltre l’inerzia sul presidio di Pescopagano, al pettine anche il nodo Trauma Center

Commissario dell’Aor San Carlo di Potenza, la vicenda del «guano di piccione» è destinata a travolgere l’“uno e trino” Giuseppe Spera sul quale, a differenza di quanto sostenuto dalla Giunta regionale e dal governatore Bardi nell’affidargli l’incarico, «alte doti di professionalità», gravano pesanti ombre nella gestione degli appalti che nella duplice veste di dirigente dell’Unità operativa Tecnico Patrimoniale e di Rup ha seguito negli ultimi anni. Le ombre di Spera potrebbero costare un fiume di denaro pubblico. Nell’ultima tappa del viaggio di Cronache Lucane sulle incompatibilità, ovvero inconferibilità, e sui conflitti di interesse vari che sin dal principio erano motivi ostativi alla nomina di Spera quale Commissario dell’Aor San Carlo di Potenza, 2 gli appalti in evidenza. Il primo è quello, aggiudicato peril complessivo importo di 3milioni e 635mila euro, relativo alla progettazione e realizzazione dei lavori di ristrutturazione degli ambienti destinati ad attività sanitarie di riabilitazione presso il Presidio ospedaliero di Pescopagano dell’Aor San Carlo di Potenza. Il secondo, invece, riguarda il Trauma Center.

Su Pescopagano persino l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) ha già pesantemente, nel marzo scorso, stigmatizzato l’operato del Rup Spera che pre gestione dell’ex Dg Barresi è come se avesse goduto di particolari coperture nonostante un operato a dir poco censurabile. Su Spera l’Anac ha evidenziato «l’intempestiva azione» come Rup, nonchè le manifeste «carenze nell’attività di manutenzione dei beni immobili dell’azienda». In sintesi: «Non corretta esecuzione del contratto d’appalto sotto il profilo della violazione degli obblighi di igiene sui posti di lavoro». Colpa di Spera e non della ditta dei lavori. Colpa di Spera, che ha agito con «approssimazione», anche la non ultimazione dei lavori nei tempi previsti. Dettaglio lampante, la vicenda del «guano di piccione»: «l’eliminazione del guano, la cui rimozione, a fronte di un servizio reso in soli due giorni e di modestissimi importi, ha comportato una procedura di oltre otto mesi con ovvie ripercussioni e ritardi sull’appalto in corso». Altri problemi che hanno causato il ritardo dei lavori, oltre al «guano di piccione abbondantemente presente sui balconi e sui davanzali del padiglione A», c’era da prima dell’avvio dei lavori e Spera già lo sapeva, «la sanificazione era necessaria sin dal marzo 2015», sono stati riscontrati nel meccanismo che non ha funzionato inerente al «trasferimento dei reparti nelle nuove aree e lo sgombero di quelle ancora da ristrutturare».

Lo stesso Spera, con ampia relazione in qualità di Rup ha anche opposto il veto all’accordo bonario con la ditta che richiedeva maggiori importi per i ritardi non dipendenti da cause alla stessa addebitabili. Tra la non consegna di alcune aree e «la mancata sanificazione a causa di una quantità significativa di guano di piccione», chiesti oltre 800mila euro. In processo civilistico risarcitorio e in caso di condanna, il conto per l’Aor San Carlo, di cui Spera come Commissario per salvaguardare l’Azienda ospedaliera da esosi indennizzi causa negligenza dovrebbe rivalersi anche sullo Spera dirigente, nonché sullo Spera Rup, sarebbe molto salato. Altro appalto sintomatico della gestione Spera da dirigente e Rup, quello dei lavori di realizzazione del nuovo Trauma Center: adeguamento sismico dei fabbricati i4-i5 e i6, con demolizione e ricostruzione del gruppo operatorio ubicato nel padiglione “a-g” dell’Aor San Carlo. ll Responsabile del procedimento dei lavori che ha sostituito Spera, nell’immediato ha comunicato che nel giugno scorso sono iniziate le procedure per la validazione del progetto. Nell’informativa del nuovo Rup, la scoperta. Risalendo l’aggiudicazione dell’appalto risalente a data antecedente al decreto legislativo 50 2016, Codice dei contratti pubblici, la pratica necessitava di ulteriore documentazione che solo nel giugno del 2020 l’Ufficio tecnico, grazie al sostituto di Spera, ha richiesto per completare l’iter della validazione del progetto esecutivo.

Con Spera, anni persi come inutilmente, ma con incremento dei costi. Tra riserve, rescissioni contrattuali e citazioni in giudizio da parte delle imprese, anche questo appalto, come altri seguiti anche da Spera, sembra avere la sorte segnata. Quando nel 2019 Spera è andato in aspettativa al San Carlo perchè nominato dal Dg Asp, Bochicchio, direttore amministrativo, aveva come Rup «ancora in carico 17 procedimenti, alcuni di rilevante importo». Un Commissario, Spera, due giudizi contrapposti. Per l’Anac, un burocrate mediocre che «si limita all’espletamento di meri atti formali in assenza di valutazioni ponderate», per il centrodestra lucano, distintosi «per le sue alte dote di professionalità». Forse alla politica, però, poco importa: il conto tanto verrà pagato con soldi pubblici.

 

 

Ferdinando Moliterni

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