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LA PAUSA DOMENICALE DEL CORONAVIRUS

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Nelle stanze del potere regionale e delle sfogliatelle napoletane capita di tutto e finanche l’inverosimile se qualche svogliato capoccione si è inventato pure la teoria della pausa domenicale del coronavirus. La scoperta, in atmosfera lunare, la si può fare consultando i dati estratti dalla piattaforma Covid 19 secondo cui i tamponi di domenica 22 novembre sono stati 383 con 60 positivi. Ora lasciamo perdere la memoria breve che assedia Vito Bardi, governatore in età non affatto trascurabile, ma la spocchia partenopea con cui ha annunciato i 3 mila tamponi giornalieri ha quantomeno il sapore di una malevola barzelletta buttata contro la tutela della salute dei lucani, già fatalmente provati dal suo rattrappito governo di pasticci, inconcludenze e confusioni. Eppure c’è da dire che nemmeno nel corso più difficile della sua storia c’è stata l’irresponsabile pretesa di guidare la Basilicata fuori residenza e nell’incrocio feriale di martedì-mercoledì-giovedì. Il quadretto a tinte fosche si completa anche con la furbata nel Bollettino epidemiologico di sommare i tamponi di sabato e domenica per nascondere la colpevole inattività festiva. Ha scritto Saramago:“Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo. Senza memoria non esistiamo e senza responsabilità forse non meritiamo di esistere”.

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