BANCA POPOLARE DI BARI, LA MAIL CHE INCASTRA MARUGGI
La Procura di Bari attenziona l’incontro con l’allora Presidente del Tribunale di Potenza, Baglioni, su una causa “incagliata”
Manager, ma con funzioni non soltanto manageriali: così si potrebbe definire l’operato del potentino Giampiero Maruggi quando era Responsabile d’area territoriale della Banca Popolare di Bari. È lui il funzionario della Banca che, nel marzo del 2018, si è reso protagonista di un episodio, dettagliato in una mail che gli inquirenti della Procura di Bari hanno trovato sul computer di Gianluca Jacobini, ex condirettore generale della BpB e figlio di Marco Jacobini, ex presidente dell’istituto di credito. La mail incriminata fa parte del maxi faldone d’inchiesta sulla bancarotta fraudolenta nel fallimento della Fimco spa e di Maiora Group spa conclusasi con ordinanza cautelare emessa lo scorso settembre. Il 6 marzo del 2018 da Maruggi, noto in Basilicata per i suoi numerosi incarichi apicali ricevuti dalla politica, Direttore generale sia dell’Azienda Ospedaliera regionale San Carlo di Potenza che dell’Asl di Matera, nonchè già amministratore unico di Sviluppo Basilicata, la società in house della Regione, alle ore 13 e 54, una mail indirizzata a Gianluca Jacobini. Il fumo già è visibile dalla semplice lettura dell’oggetto: «Presidente del Tribunale di Potenza».
Oltre il fumo, però, gli inquirenti hanno trovato anche l’arrosto. Così il pm Lanfranco Marazia ha introdotto l’episodio, nella richiesta di misura cautelari avanzata al Gip Luigia Lambriola, denotandolo come sintomatico «sul piano dell’attitudine da parte di Gianluca Jacobini, attraverso i suoi stretti collaboratori, a far ricorso a metodi assai discutibili di pressione e-o influenza sul tessuto economico-sociale e persino in ambienti giudiziari, in cui siano in gioco i propri interessi, facendo valere finanche il ruolo di “banca tesoriera del Csm”, rileva il testo della sequenza di mail di seguito integralmente riportate». Quanto il «solerte» Maruggi riferisce al proprio superiore Gianluca Jacobini, non trova però al momento altri riscontri, e le informazioni date potrebbero rivelarsi anche una sorta di millanteria finalizzata ad “accreditarsi col capo”.
Maruggi nel prosieguo della breve carriera in BpB venne poi trasferito in Abruzzo come “Responsabile Area Territoriale Adriatica Centro” e successivamente si dimise anche senza un motivo apparente. Maruggi riferì di esser andato a parlare di certe cause che preoccupavano la Banca, direttamente col «dottor Baglioni (Presidente della Sezione Penale del Tribunale di Potenza, ad interim Presidente del Tribunale medesimo)». Non è chiaro l’oggetto delle cause, anche se è noto a Potenza che oltre ai vari contenziosi in corso al Tribunale del capoluogo che hanno come controparte la Banca popolare di Bari, c’è stata anche, nell’ambito di un processo, la trasmissione dei verbali d’udienza alla Procura per presunta falsa testimonianza di alcuni teste, nonchè di subornazione di teste nei confronti di colui, qui il collegamento con la BpB, che avrebbe potuto indurre i soggetti a mentire in aula.
Ad ogni modo, Maruggi informa Jacobini di aver «rappresentato con dovizia di particolari quanto posto in atto dall’avv… in danno della nostra Banca e più in generale del clima di ostracisrro che dobbiarro registrare nei nostri confronti presso il Tribunale di Potenza». «Il Presidente – continua Maruggi nella mail – ha mostrato di conoscere la nostra Banca, della quale è anche cliente su Benevento (ha parlato molto bene di una direttrice di Filiale, della quale però non mi ha fatto il nome) e si è espresso positivamente anche sul nostro ruolo di Banca territoriale, dimostrando una buona conoscenza del sistema degli intermediari». Questi dettagli porterebbero a presupporre che Maruggi abbia caricato di elementi non verosimili il presunto incontro di cui non si ha certezza dell’avvenuto accadimento, nè delle eventuali modalità. «Ha dichiarato – continua il racconto di Maruggi – che con tutta probabilità gli episodi cui ho fatto riferimento si inscrivono in un generale clima di sfiducia nei confronti del sistema, che tuttavia a suo dire non dovrebbe influenzare soggetti di elevata professionalità quali sono ad esempio curatori e giudici». «Ha cercato – dettaglia Maruggi – al telefono per convocarlo il giudice delegato cui si riferisce l’affare…, che è risultato assente.
Mi ha comunque assicurato che gli parlerà. Non gli è inoltre sfuggito il conflitto di intrresfi in cui versa il medesimo avvocato». Trale altre “chicche” con cui Maruggi ha condito il racconto quella del giudice che «ha appreso», riferendosi a notizia più che nota, nonchè di dominio pubblico, «con piacevole sorpresa che la nostra banca è tesoriera del Csm». «In definitiva – conclude Maruggi nella mail inviata a Jacobini – credo che l’incontro sia stato utile anche per rimarcare la nostra sensibilità e reattività, rispetto a comportamenti o atti lesivi della nostra reputazione e dei nostri interessi. Sono convinto che poiché l’ambiente del Tribunale di Potenza è piccolo e molto permeabile, sicuramente il nostro passo sarà noto a molti e costituirà di per sé un monito nei confronti di quanti hanno sinora ritenuto di poter trattare la nostra banca con leggerezza o con acrimonia». A leggere la mail anche all’allora consulente legale della BpB, poi divenuto Presidente della Banca Popolare di Bari, Gianvito Giannelli. Giannelli per nulla scandalizzato dal contenuto del racconto del responsabile Maruggi, replicò a Jacobini: «Non male».