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TERAPIE INTENSIVE: «BASILICATA NON PERVENUTA», LA REGIONE È L’UNICA IN ITALIA A NON DARE DATI

Carenza di flussi comunicativi: dopo la relazione del ministero della Salute e dell’Istituto superiore della Sanità anche l’Agenas conferma

Coronavirus, tra le varie conferme che riguardano la Basilicata e che emergono dal report dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), con gli ultimi dati aggiornati all’11 novembre, ce n’è una in particolare che continua a rappresentare una criticità incomprensibilmente non ancora sanata dal governo regionale di centrodestra e dalla Task force: «Dati non pervenuti». Da un documento ufficiale all’altro, dall’ultima relazione del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di Sanità (Iss), al report dell’Agenas il riscontro incrociato che dimostra come la Basilicata sia inaffidabile sui flussi comunicati: «Criticità nel mantenere elevata la qualità dei dati».

Il governatore Bardi, l’irrazionalmente inamovibile assessore regionale alla Sanità, Rocco Leone, e il Dg Ernesto Esposito, non hanno nessuna scusante. Neanche quella già più volte addotta in tema di problematiche legate alla gestione dell’emergenza sanitaria Covid-19, che “funziona così pure nel resto d’Italia”. E invece no. Si può affermare con certezza, che “funziona così”, solo in Basilicata. Per ottenere la prova provata basta scorrere il report dell’Agenas fino al capitolo: «Posti Letto in area non critica occupata da pazienti Covid-19». La Regione Basilicata è l’unica in Italia a non avere una percentuale. La motivazione è molto semplice: «Non pervenuta». Per questo, non potendo concedere il beneficio del dubbio che sia positiva la situazione in assenza di numeri specifici, la Basilicata è equiparata al massimo livello di rischio.

Come viene spiegato nel documento Agenas, «la soglia del 40% per le aree non critiche è individuata dal decreto del Ministro della Salute del 30 aprile 2020». Per «area non critica», invece, si intendono i posti letto di area medica afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia. Il numero degli stessi, quello che la Regione non comunica, «fa riferimento ai dati trasmessi periodicamente dalle Regioni e dalle Province autonome di Trento e Bolzano al Ministero della Salute». Non è tutto, c’è di più. Per Roma la Basilicata è totalmente sconosciuta. Il dato che con maggiore incisività restituisce la cifra della gravità lucana è quello delle terapie intensive.

Anche in questo caso, il capitolo del report già nell’incipit contiene la conclusione: «Basilicata non pervenuta». Per le terapie intensive, la soglia critica e di allerta, sempre individuata dallo stesso decreto ministeriale citato, è del «30%». Anche in questo caso, per tutte le altre regioni italiane, l’Agenas ha potuto stilare le percentuali, che confrontate con le pregresse hanno consentito di comprendere se i numeri fossero stabili, in ascesa o discendenti, mentre per la Basilicata no. Dopo l’ultima relazione del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di Sanità (Iss), in cui la Basilicata presentava già una situazione altamente critica, il tasso di contagionsità (Rt) rilevato, per esempio, è risultato pari ad 1,99, secondi solo alla Lombardia, dal report dell’Agenas l’ulteriore conferma che al di là del colore, giallo, arancione, che è quello attuale, o rosso, da assegnare alla regione in relazione all’evolversi del contagio Covid-19, il Governo nazionale potrebbe, ovvero dovrebbe, vagliare l’opzione di Commissariare la Basilicata.

 

 

 

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