Che ultimamente la divisa da generale non porti bene lo ha mostrato il caso Conticelli, commissario della sanità calabrese, inciampato sul piano di emergenza Covid e subito rimpiazzato dall’emaciato ministro Speranza, in rima sinistra, con tale Zucatelli, anche lui noto ai più per la performance della “mascherina che non serve a un cazzo”. Eppure c’è da dire, anche con un certo sconforto, che qui in Basilicata la situazione non è affatto migliore con un sessantanovenne generale, in galloni dorati da pensionato, eletto dai lucani per ripicca ad un centrosinistra comatoso e che col voto sul sindaco di Matera hanno già ripudiato per la sua manifesta inconcludenza istituzionale. Ora lasciamo stare i rientri in auto blu, patologicamente sempre più convulsivi, con direzione Posillipo vista mare, ma la prova di non governo che ormai Vito Bardi sta offrendo quotidianamente è non solo imbarazzante, ma addirittura pericolosa per la Basilicata che ormai appare come tramortita da tanta approssimazione e persino dall’ultima furbata dell’anziano governatore che anziché chiedere scusa per la fallimentare gestione della crisi pandemica s’è messo ad invocare responsabilità dei comportamenti dimenticando che ne esiste una più grande e onerosa: la sua di presidente! Il finale è quello della Lombardia del Seicento descritta da Manzoni:“Comanda chi può, obbedisce chi vuole”.