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CONTAGI E DECESSI SENZA FRENI NELLE RSA IL GRIDO D’ALLARME: «CI HANNO ABBANDONATI»

Molti dei focolai lucani sono nella Case di riposo, dalle strutture in pochi parlano. Ma chi lo fa denuncia «l’assenza delle Istituzioni e di un Piano»

POTENZA. Durante le concitate fasi parlamentari che hanno preceduto il Dpcm di novembre del Premier Conte, una delle ipotesi avanzate per proteggere gli anziani dalla seconda ondata di Covid, ha riguardato il confinarli definitivamente a casa, magari riponendoli nello scantinato come obsolete suppellettili. E c’è stato perfino chi, twittando allegramente ha definito i pensionati “Non indispensabili allo sforzo produttivo del paese”. Nessuno sforzo invece per capire quanto insipiente sia questa affermazione. Ma parlando di cose serie e, considerando che il Covid attacca le vie respiratorie e polmonari, è chiaro che gli anziani siano i più esposti, sia quelli che vivono nella propria casa per i quali anche un incauto abbraccio a un nipotino potrebbe essere fatale, sia quelli che sono ospiti delle RSA “Residenze Sanitarie Assistenziali” o case di riposo. E proprio in quest’ultimo ambito si calcola che delle oltre 40.000 vittime mietute dal Covid fino ad oggi in Italia, almeno 10.000 erano ospiti delle Rsa. L’Istituto Superiore della Sanità ci dice che delle 2166 RSA (il 90% del totale) coinvolte nel “Survey 2020”, solo 557 strutture hanno risposto al questionario e che tra i 3859 soggetti deceduti, 133 erano risultati positivi al tampone e 1310 avevano presentato sintomi simil-influenzali. Ci sovviene la Lombardia dove in due sole Rsa ben 97 anziani sarebbero deceduti per Covid; o il Pio Albergo Trivulzio dove ci sarebbero stati 300 decessi in più rispetto al 2019.

E la situazione lucana non è proprio rosea. Anche da noi si è pagato un elevato tributo di vittime nelle Rsa. Su tutte quella di Marsicovetere dove dei 35 ospiti ben 33 risultarono positivi al Covid, con otto degenti purtroppo deceduti e la Procura della Repubblica di Potenza che sequestrò la struttura. «Quello contro cui stiamo combattendo ha detto il dottor Vincenzo La Regina direttore del Distretto della Salute di Lauria è un virus che conosciamo poco, ecco perché è fondamentale porre la massima attenzione verso le persone fragili, fare i tamponi per garantire la massima sicurezza di tutti i pazienti delle strutture e degli operatori sanitari». E a ciò si è ispirato il Governatore Bardi che nell’ Ordinanza n. 39 ha vietato l’accesso alle strutture delle Rsa da parte di familiari e dei visitatori dei pazienti, salvo autorizzazione del responsabile medico della struttura stessa. Delle Rsa lucane da noi contattate in pochi hanno voluto dirci di sentirsi abbandonati dal sistema e non avere «un Piano regionale adeguato che sia uguale per tutti». In molte invece infastidite hanno risposto: «No grazie, parlare con la stampa non ci interessa». A noi invece parlare di anziani interessa molto e forse se avessimo fatto tesoro dei loro insegnamenti, magari ora il Covid non ci sopraffarebbe fino a questo punto. Non dimentichiamo che la più autorevole e saggia assemblea istituzionale dell’antica Roma si chiamava “Senatus”, termine ancora attuale che vuol dire proprio “assemblea di anziani”, per cui comprendendone l’enorme valore umano, bisogna che noi dedichiamo agli anziani tutte le nostre risorse economiche e affettive e non è certo imprigionandoli in casa o dietro il muro di silenzio innalzato da alcune Rsa che li si protegge dal virus; perché se è vero che i dati su contagi e decessi nelle Rsa, eccettuati quelli ineccepibili dell’Iss, non hanno valenza medico-scientifica dato che a molti degli anziani deceduti non è stato effettuato il tampone, una cosa è vera al là di ogni statistica e cioè che gli anziani sono oggi quello che tutti noi saremo domani.

 

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