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ALLA SCOPERTA DEL PICCHIO ROSSO MAGGIORE

Lisandro racconta di un uccello particolarmente intelligente, che Plutarco definì “sacro al dio Marte”


Lo svedese Carl Von Linné, ritenuto il capostipite della classificazione scientifica degli organismi viventi, nel suo Systema Naturae del 1758, descrive il Picchio rosso maggiore con il nome di Picus major, mentre nel 1816 il naturalista tedesco Carl Ludwig Koch ha identificato il Picchio rosso maggiore includendolo nel genere Dendrocopus.

“Nel nostro territorio il Picchio rosso maggiore è uno degli uccelli stanziali più interessanti -ci spiega il documentarista lucano, Carmine Lisandro, addentrandosi nella sua descrizione-  lungo mediamente 20-25 cm ha un’apertura alare intorno ai 40 cm per un peso di 60/70 gr. Il maschio, si distingue dalla femmina per una macchia rossa presente sulla nuca: entrambi hanno un piumaggio dal colore bianco e nero, con il sottocoda di colore rosso vivo, mentre i giovani sono riconoscibili per il colore rosso presente sulla sommità del capo.

I Picchi hanno un forte becco appuntito di colore nero e, rispetto ad altri uccelli che hanno zampe con tre dita, loro ne hanno quattro (zigodattili) disposte due in avanti e due all’indietro che consente loro di potersi muovere agevolmente lungo i tronchi sia nel salire che nello scendere e, quando picchiano sulla corteccia, per meglio stare in equilibrio si aiutano puntellando sul tronco la robusta coda. Il Picchio rosso maggiore vive fino ad un’altitudine di 2000 m., preferendo aree ricche di boschi di latifoglie e conifere, dove vi sono alberi morti o marcescenti, che esplora con meticolosità e, non appena avverte il più piccolo rumore che fanno le larve di coleotteri, picchia sulla corteccia. Non è molto propenso a scendere dagli alberi sul terreno, cosa che il cugino Picchio verde, compie abitualmente alla ricerca di uova, larve e formiche adulte.

Tra febbraio e marzo il maschio inizia il corteggiamento, tamburellando insistentemente su diversi tronchi sia per attirare la femmina che per delimitare agli altri maschi il territorio di sua pertinenza. Finito il corteggiamento la coppia nidifica in una cavità che il maschio, grazie al suo forte becco, scava su tronchi d’alberi ad un’altezza di circa dieci metri, dove la femmina, una volta all’anno, depone 4/5 uova, covate dalla coppia circa per circa due settimane. Nel periodo autunnale il Picchio r. m. è anche onnivoro per cui, già da settembre raccoglie nel nido o in qualche cavità degli alberi: semi di prugne, noci e nocciole che a volte, sono rubate da altri uccelli come il Picchio muratore, le Cince, le Gazze, le Ghiandaie, ecc.. con cui ingaggia dispute vere e proprie. Una caratteristica che fa del Picchio rosso maggiore una delle specie più intelligenti è quella di utilizzare una tecnica particolare, imitata anche dal Picchio muratore, per aprire più facilmente noci, nocciole e pigne: cerca fessure o crea alloggiamenti nella corteccia per incastrare il seme raccolto.

 

È una specie protetta che può vivere in natura anche 10 anni. Una curiosità: Il filosofo Plutarco, nei suoi scritti, riferisce che il Picchio era rispettato perché uccello sacro al dio Marte penso che, da parte nostra, dovremmo fare altrettanto” conclude Lisandro.

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