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PARCO EOLICO A MELFI: LA REGIONE PRONTA A DARE BATTAGLIA AL CONSIGLIO DI STATO

Dopo la sconfitta al Tar che ha annullato il diniego dell’autorizzazione unica, la Giunta ha sciolto la riserva: «Appello»

MELFI. Autorizzazione unica per il parco eolico “Crinali di Melfi” da 33 Megawatt che la società Melfi energia vorrebbe costrurire nella località Monte Cervaro del Comune di Melfi: la Regione è pronta a rifarsi al Consiglio di Stato. Dopo aver incassato a luglio scorso la sconfitta al Tribunale regionale amministrativo (Tar) di Basilicata che accogliendo il ricorso della società ha annullato la determinazione che, a febbraio, disponeva il diniego del rilascio alla Melfi Energia Srl dell’autorizzazione unica, che comprende la Valutazione di Impatto Ambientale ed i titoli abilitativi per la realizzazione del progetto, la Regione ha sciolto la riserva riscontrando la «necessità che l’Ente, proponga appello avverso la succitata sentenza»

. In realtà, con la prima istanza risalente al 2011, la Melfi energia puntava ad ottenere l’autorizzazione per un parco eolico della potenza complessiva di 90 Megawatt. Nel 2015, però, dalla Giunta regionale, il «giudizio favorevole di compatibilità ambientale», per la costruzione di un parco eolico, costituito da 10 aerogeneratori di 3,3 Megawatt, ognuno dei quali con altezza fino al mozzo di 91,5 metri e diametro del rotore di 117 metri: potenza complessiva, 33 Megawatt.

La riduzione degli aerogeneratori è stata ritenuta necessaria «al fine di migliorare l’inserimento dell’impianto nel contesto territoriale di riferimento», evitando così «il cosiddetto “effetto selva”», nonché la sovrapposizione con «aerogeneratori di parchi eolici già autorizzati nell’area oggetto dell’intervento» Dall’anno successivo, il 2016, nel corso della Conferenza di servizi, la richiesta di documentazione varia, tra cui quella comprovante il rispetto dei requisiti di sicurezza e anemologici, così come previsti dal Piano di indirizzo energetico ambientale regionale (Piear), nonchè la presentazione del «progetto definitivo dell’impianto», aggiornato con tutte le modifiche intervenute nel corso del procedimento. Dettaglio questo, avente particolare riferimento «al computo metrico analitico delle opere di dismissione, funzionale alla determinazione dell’importo della polizza fideiussoria».

Tra le varie carte presentate dalla Melfi Energia, anche quelle della banca Monte dei Paschi di Siena SpA, attestanti «la capacità economico-finanziaria della società istante», e le altre del piano economico-finanziario della Omnia Fiduciaria SpA. Tuttavia, per il competente ufficio regionale, la nota di Monte dei Paschi di Siena, non era conforme al Piear. Saltate varie finestre temporali per controreplicare, dalla Regione il diniego dell’autorizzazione unica. La società, però, ha già avuto ragione al Tar poichè aveva evidenziato come il ritardo fosse da addebitare ai tempi della «istrutturia bancaria» e che l’aver comunicato alla Conferenza dei servizi che la documentazione richiesta sarebbe stata trasmessa «non appena ci perverrà», era informazione da qualificare come «domanda di proroga» dei termini. La Regione, però, non ha rinunciato a sostenere la propria tesi: il secondo round al Consiglio di Stato.

Ferdinando Moliterni

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