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OSPEDALE DI STIGLIANO: «NO AL REPARTO COVID VERIFICARE LA COMPATIBILITÀ IN ALTRE ZONE»

L’associazione “Nuova Sanità e Benessere” chiede intervento del Ministro Speranza

L’Associazione Nuova Sanità e Benessere, nell’ambito delle sue attività istituzionali e finalità sociali, con una lettera indirizzata al Sindaco di Stigliano, «quale responsabile della salute pubblica e privata, oltre che di Autorità sanitaria locale, ha chiesto di verificare la compatibilità della coesistenza di un reparto per malati di Covid, che dovrebbe essere istituito presso l’Ospedale “Salvatore Peragine” di Stigliano, con i reparti di Lungodegenza e Hospice esistenti presso lo stesso ospedale».

Per l’assocaione «la sistemazione ipotizzata non sarebbe comunque attuabile per la presenza di barriere architettoniche». Di tale problematiche, l’Associazione ha interessato anche l’assessore regionale alla salute, la dirigenza dell’Asm di Matera, oltre al Ministro e Viceministro alla salute. Con l’aumentare dei contagi e anche dei ricoveri che hanno già occupato gran parte dei posti a diapoaizione degli ospedali di Potenza e Matera, la Regione sta cercando altre sistemazioni che possano far fronte ad eventuali situazioni di aggravamento. In molti avrebbero proposto di utilizzare l’ospedale di Stigliano da tempo depotenziato e che potrebbe quindi ricollocarsi come centro per malati non gravi o per gli stessi asintomatici.

Notizia che non è stata accolta da tutti com favore. Questo è l’ospedale che 50 anni fa volle lo stiglianese Salvatore Peragine, presidente della Provincia e poi del Consiglio regionale. Una volta il nosocomio aveva tanti reparti e tanto personale e non era grigio come appare guardandolo dall’alto. Il declino arriva con il Piano nazionale di riorganizzazione sanitaria. Puntare sulle specializzazioni sembrava la soluzione, ma a distanza di anni non si può certo dire che sia stato garantito il dovuto, in investimenti e forza lavoro.

La lungodegenza deve arrangiarsi; il Pronto soccorso attivo ha un solo medico di turno (in totale sono cinque che si alternano) e nemmeno un infermiere; il laboratorio di analisi effettua solo i prelievi. Quindi farlo “rinascere” come centro Covid sembrava essere la soluzione più giusta secondo la Regione. Al momento però l’ipotesi sembra non trovare il parere favorevole sul terrtiorio che chiede vengano garantite altre cure, e non solo quella del Covid.

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