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LE GIRAVOLTE PANDEMICHE DI BARDI

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Non sappiamo se Vito Bardi faccia più danno quand’è rifugiato a Napoli per i suoi riposi dovuti all’età, che pure c’è, oppure quando è in presenza lucana, attorniato dai suoi strapagati fiduciari napoletani, ma il profluvio sincopato delle ordinanze che è ripreso con la seconda ondata della crisi pandemica dimostra quanto la domanda sia tristemente superata. Ovunque si trovi l’anziano presidente, gli effetti della sua azione di governo sono giudicabili come lenti, ambigui, confusi quando non sono addirittura aggravati dalla mancanza di risultato e dal vaniloquio istituzionale che va di moda tra molti dei suoi assessori preferiti.

Così anche sulle questioni aperte dell’emergenza sanitaria si assiste ad una rassegna di giravolte repentine, di disallineamenti con la realtà, di proclami inconcludenti da far perdere ogni ragionevolezza istituzionale. Prendiamo ad esempio l’incontro con i sindaci, mistificato fino all’inverosimile comunicativo tanto da obbligare l’ANCI a divulgare il lungo elenco dei problemi persistenti oppure la sua celebrazione del “tutto sotto controllo” lanciata dal palco smorto del riesumato consiglio regionale e subito falcidiata “dall’elevato rischio di trasmissione non controllata di sars cov 2” dato dall’ISS alla Basilicata. Per le considerazioni del caso ha scritto Vittorio Alfieri: “tutto sanno e nulla fanno”.


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