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SE UN ASSESSORE REGIONALE OFFENDE LA CULTURA

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Ho letto la lettera aperta di Vania Cauzillo al Presidente Bardi; lettera nella quale la regista lucana ha denunciato l’assessore regionale alle attività produttive Francesco Cupparo di aver utilizzato nei suoi confronti – insieme a lei c’erano altre due persone del mondo dello spettacolo – toni e metodi violenti e intimidatori. Non ero lì presente, e dunque non posso sapere come siano andate le cose, ma poiché con la Cauzillo c’erano altre due persone, non ho motivo di dubitare delle sue parole, che in queste ore sono oggetto di discussione un po’ ovunque. So benissimo che un assessore alle attività produttive in questi giorni si veda assediato da troppe richieste, e che senta addosso la frustrazione di non poter dare risposte a tutti. È un momento in cui i nervi sono a fior di pelle, e la pazienza si perde facilmente – per averne conferma basta leggere per qualche minuto i commenti sui social network. Ma due cose voglio dirle, all’assessore Cupparo, con il massimo della fermezza. La prima è che il mondo della cultura merita rispetto, perché la cultura, per quanto una nicchia, è un pezzo importante dell’economia e dell’identità lucana. E che un “no” lo si può dire argomentando, ragionando, confrontandosi civilmente, magari spiegando che un Governo regionale, legittimamente, si dà degli ordini di priorità negli interventi. Ma due cose non sono ammesse a un rappresentante delle istituzioni: la prima è di usare parole sprezzanti nei confronti delle persone di cultura e della cultura; la seconda è di aggredire verbalmente e fisicamente i cittadini. Poiché non è la prima volta che mi vengono segnalati i metodi un po’ padronali di Cupparo, sarebbe opportuno che l’assessore alle attività produttive dismettesse per un po’ i metodi che utilizza come imprenditore e che agisse con un più alto profilo umano e istituzionale.


diconsoli@lecronache.info


 

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