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RESIDENCE CLUB ARGONAUTI, C’È LA PAROLA FINE SUL MILIONE E MEZZO DI SOLDI PUBBLICI

La Nettis Resort ancora batteva cassa al Mise, il Tar lucano però ha dato ragione al Ministero: manca la prova che certe spese siano state sostenute

PISTICCI. Marinagri e dintorni: dal Consorzio Costa d’Oro, c’è chi ancora chiedeva soldi pubblici al Ministero dello sviluppo economico. Il Consorzio citato costituito dalla fallita, a maggio scorso, Marinagri SpA, Nettis Resort Srl e Siritide Srl, si era impegnato ad eseguire investimenti turistici nei Comuni di Policoro, Pisticci e Nova Siri, per 93milioni e 620mila euro. Di questi, come da contratto programma sottoscritto nel 2003, 50milioni e 769mila erano a carico dello Stato.

Nello specifico, inoltre, alla Nettis Resort l’onere di costruire nel Comune di Pisticci il complesso alberghiero, denominato “Casa Vacanze Residence Club Argonauti”. Il relativo investimento era stato stimato come pari a 15milioni e 820mila euro. Di questi 9milioni e 455mila euro, a carico dello Stato. Nel 2014, però, la riduzione dalla Divisione Grandi progetti d’investimento, sviluppo economico territoriale e finanza d’impresa del ministero dello Sviluppo economico con la rideterminazione del contributo in favore della Nettis Resort: da 9milioni e 455 mila euro a 7milioni e 927mila euro. Questo l’evento che ha generato il ricorso al Tribunale amministrativo regionale (Tar). La causa giunta a Potenza dopo che nel 2015 il Tar del Lazio dichiarò la competenza territoriale del Tar Basilicata, si è adesso, dopo anni, finalmente chiusa.

Almeno in primo grado perchè non è escluso il ricorso al Consiglio di Stato. Il collegio giudicante, avendo vagliato la lunga lista di spese rendicontate, con annesse contestazioni, tra le altre cose il ministero aveva evidenziato che «non risultava congruo il costo di montaggio degli arredi, quantificato nel triplo del prezzo corrisposto per il loro acquisito», ha stabilito la correttezza dell’operato del Mise. Non riconosciuta, per esempio, neanche la spesa di 137mila per progettazione, consulenza ed assistenza, stante la «mancata produzione di titoli atti a documentare che tale spesa era stata effettivamente sostenuta». Per lo stesso motivo dell’omessa esibizione dei relativi titoli di spesa non sono state ritenute ammissibili neanche le spese generali, quantificate in 765mila euro. Ad ogni modo, per il Tar di Basilicata giusto, da parte del Mise, non elargire quel milione e mezzo che, invece, per anni la Nettis Resort ha continuato a pretendere. Di conseguenza, il ricorso della Nettis Resort è stato respinto.

Ferdinando Moliterni

3807454583

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