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LO SPICCIAFACCENDE DEL GABINETTO

Tacco&Spillo

Il sessantanovenne presidente Vito Bardi, da giorni in diserzione istituzionale sulla terrazza di Posillipo con vista mare, ci avrà di certo preso sul serio se dopo l’asservimento fiduciario della SUARB e del segretario della giunta regionale, sta pensando di alleggerire il faticoso lavoro del suo dirigente di supporto Fabrizio Grauso, noto ai più per essere stato nello staff inutile del due volte perdente Stefano Caldoro ed aver dato prova sia d’iperboli retributive che di iperfetazioni semantiche, quasi in seduta d’autoanalisi, sui decreti presidenziali da lui stesso predisposti. L’idea che farà quantomeno venire i crampi alla Corte dei Conti è, manco a dirlo, ispirata alla tradizione napoletana dello “spicciafaccende” ed è quella di reclutare ancora per via fiduciaria un dirigente che supporti le incombenze dell’affollato ufficio di gabinetto, con la maggiorazione stipendiale del quindici per cento, in barba a qualsiasi contratto collettivo. C’è da dire che un’alchimia amministrativa così ingarbugliata è il risultato della cosiddetta “coazione a ripetere” così tanto utilizzata dalla giunta Bardi e che qui tocca, quasi in versione Pulcinella, congiuntamente comico e farsesco con la relazione transitiva “del supporto al supporto”. Con la solita venatura luciferina Cioran ha scritto:“scorgiamo ovunque solo ripetitività e desolazione”.

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